Modica: con oltre 19mila preferenze Maria Monisteri è il primo sindaco donna della città

Ventuno i consiglieri di maggioranza e tre di opposizione

Modica ha il suo primo sindaco donna: Maria Monisteri batte tutti con una percentuale del 68,48% pari a 19.077 preferenze su 28.938 votanti, la sua avversaria Ivana Castello si ferma al 24% con 6.687 mentre Nino Gerratana al 7,52% con 2.095 voti.

Le quattro liste a suo sostegno Dc, Prendiamoci Cura, Modica al Centro e Siamo Modica raggiungono insieme il 69,94% mettendo in evidenzia un lieve voto disgiunto. Il partito più votato è la Dc che ottiene il 23,46% pari a 6.127 voti, espressione del deputato regionale Ignazio Abbate, seguito dalla lista Prendiamoci Cura con il 18,22% pari a 4.758 voti, a seguire Modica al Centro con il 14,65% pari a 3.825 voti e chiude Siamo Modica con il 13,61% pari a 3.555.

Numeri importanti che ovviamente fanno si che al consiglio ci sia una maggioranza bulgara visti anche i risultati dell’opposizione: 21 consiglieri di maggioranza contro i 3 di opposizione.

Come dicevamo, infatti, Ivana Castello, ottiene il 24% delle preferenze e va di diritto in consiglio comunale ma solo due delle liste che la sostenevano sono riuscite a superare lo sbarramento del 5% per avere una rappresentanza in consiglio: il Partito Democratico e Castello Sindaca riescono. Il Pd, espressione della candidata, si ferma al 7,77 % con 2.029 preferenze mentre la lista civica Castello Sindaca raggiunge appena il 5,38% con 1.404 voti.

Nino Gerratana con 226 voti di preferenza fallisce nell’impresa di avere una rappresentanza al consiglio: le sue due liste insieme raggiungono il 7,53% ma ottengono rispettivamente Modica Tricolore il 3,84% e Modica Libera il 3,69%.

Per quanto riguarda le ripartizioni dei seggi come dicevamo 21 saranno i consiglieri di maggioranza così ripartiti: 7 Dc, 6 Prendiamoci Cura, 4 Modica al Centro, 4 Siamo Modica.

La consigliera più votata è Mariacristina Minardo candidata nella lista Modica al Centro, espressione di Nino Minardo, figlia dell’ex senatore Riccardo Minardo, che ha ottenuto 931 preferenze. Il secondo consigliere più eletto è sempre una donna ma questa volta della lista Siamo Modica, Delia Vindigni, nipote dell’ex vicesindaco Giorgio Linguanti, con 687 voti.

Segue nella lista Prendiamoci Cura Antonio Drago, figlio dell’ex assessore Carmelo Drago e nipote di Peppe Drago, che prende 671 voti e infine nella lista della Dc sbaraglia tutti con 662 voti Samuele Cannizzaro figlio di Giovanni Cannizzaro e nipote di Saro Cannizzaro, comandante dei VVUU del Comune di Modica. Questi ovviamente sono solo i nomi dei consiglieri più votati.

Al momento nessuno di loro è designato assessore ma certamente visti i numeri qualcuno di loro andrà a completare la squadra assessoriale. A proposito di assessori designati Giorgio Belluardo è secondo nella sua lista con 584 preferenze, mentre Saro Viola, nella stessa lista Prendiamoci Cura lo segue con 572 preferenze, sempre nella stessa lista il terzo assessore designato Tino Antoci ha preso circa 544 voti. Chiara Facelo fra gli assessori designati non era candidata.

Entreranno a far parte del consiglio comunale per la Dc oltre a Samuele Cannizzaro, Giovanni Alecci, Alessio Ruffino, Rita Floridia, Giorgio Civello, Piero Covato, Giuseppe Caruso. Per Prendiamoci Cura: Antonio Drago, Giorgio Belluardo, Saro Viola, Margherita Cascino, Tino Antoci e Neva Guccione. Per Modica al Centro: Maria Cristina Minardo, Piero Armenia, Daniela Spadaro e Fabio Borrometi. Per Siamo Modica Delia Vindigni, Daniele Scapellato, Gianmarco Covato ed Elena Frasca.

Per quanto riguarda le liste a sostegno di Ivana Castello nel Pd viene riconfermato Giovanni Spadaro con 293 voti Nella lista Castello Sindaca eletto Claudio Gugliotta con 413 voti. Restano fuori gli ex consiglieri Filippo Agosta con 143 voti che aveva sposato il progetto Calenda con Modica Sul Serio, Vito D’Antona che nonostante i suoi 356 voti non viene eletto perché la lista Ivana per Modica non ha superato lo sbarramento del 5% e Marcello Medica con una buona affermazione personale di 252 voti paga il flop del Movimento Cinque Stelle.

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