Tentato omicidio a Scicli: i fratelli Gesso ieri davanti al GIP confermano di aver agito per vendetta
Scicli – Hanno agito per vendetta. Questo è quanto hanno confermato ieri i fratelli Gesso al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lagonegro davanti al quale sono comparsi per l’udienza di convalida del fermo.
I due fratelli sciclitani, che sono rinchiusi nel carcere di Potenza, dopo essere stati intercettati dalla Polizia di Sala Consilina, dopo la fuga di poche ore messa in atto dopo l’agguato nei confronti di un imprenditore sciclitano titolare di una casa di riposo e del figlio, sono accusati di tentato duplice omicidio e di ricettazione e detenzione abusiva di arma.
Dalle prime indiscrezioni, pare che sia stato Roberto Gesso ad assumersi la responsabilità di essere l’autore materiale degli spari che hanno raggiunto al volto padre e figlio vittime dell’agguato di sabato scorso. I due sorpresi in auto, avrebbero poi proseguito sempre in macchina fino alla caserma dei carabinieri per cercare aiuto e riparo. Il figlio che è stato sottoposto nelle scorse ore a un intervento chirurgico, rischia di perdere un occhio.
Il movente dell’agguato, pare sia riconducibile a motivi di vendetta per un pestaggio che il figlio dell’imprenditore (noto judoka), che nel mese di marzo insieme ad altri lo aveva ridotto in gravi condizioni e a causa di quel pestaggio, sia stato ricoverato per oltre un mese in ospedale in prognosi riservata.
Il PM, intanto, ha chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere, mentre l’avvocato difensore ha chiesto la concessione della restrizione ai domiciliari dei due accusati.
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