Modica, il provincialismo miope del passato, giocato in un raggio di 500 metri
In una piccola fetta, del territorio di Modica, si esprime tutta l’incredulità per una politica sempre più distratta, e sempre meno attenta alle cose che possiede.
Esattamente in meno di 500 metri del quartiere Sorda. Quello stesso quartiere che partendo da F.L. Belgiorno, che suggerisce il cambio nome in “Città Giardino”, alla proposta di qualche ex Presidente (anno 2009) che, intestandosi l’iniziativa con un comitato ad hoc, propone addirittura la nascita di un nuovo comune (con superficie allargata) aggregando Cava Ispica e Maganuco. Distacco da Modica e nascita del Comune Città Giardino.
Una proposta che, travisando l’idea di F.L. Belgiorno, ha contornato le nostre giornate per un breve periodo. Il tempo di dar sfogo al politico del tempo, alla sua idea. Mentre lo stesso era incurante della crescita della già caotica area del quartiere Sorda, o Città Giardino.
Dicevamo di quei 500 metri di raggio che rappresentano una parte della storia dalla metà degli anni 50 a Modica. Partendo da quello che per alcuni è un disturbo di prospettiva, per cui serpeggiano “strane proposte”, le cosidette case minime, che facevano parte del piano casa di Fanfani( anni 50) e poi supportate dall’On. Guerrieri (insieme al Ponte).
Lo stesso, fine anni 60, che iniziò il programma per la nascita dell’Ospedale Maggiore (ancora relegato nella parte alta della città).
Una larga visione che intorno agli anni ‘ 90 portò altri a pensare ad un ulteriore destinazione di sito dell’incompleto ospedale ( la seconda ala era ancora solo abbozzata) in un luogo lontano, dalla già caotica zona, verso la strada per Pozzallo. Non si programmò nulla per il “provincialismo miope”, che non ha abbandonato, politici cosidetti lungimiranti. In precedenza, tanto per cambiare, il provincialismo destinò anche un’area ala Palazzo dell’Azasi, ente regionale, il primo in sicilia, dopo le lotte sindacali che vide in prima linea Meno Viola, Nino Avola (al tempo prima sindacalista della Cisl e poi deputato regionale) e Peppino Ruta, Tano Romano, Carmelo Terranova.
I 500 metri sono conosciuti e noti per la presenza del Tribunale. Inaugurato un giovedì esattamente il 29 gennaio 2004. Nove anni dopo, nel 2013, per una distorta idea di risparmio economico venne chiuso. Tralasciamo proteste vere, disinteresse politico (tranne poche e timide iniziative).
Oggi quale senso e utilità ha il mantenimento di un bell’edificio non utilizzato. Siamo convinti che qualche politico riesca a vincere il “provincialismo miope”? Non abbiamo mai letto o visto un vero interesse per la struttura, solo timidi pareri- che si sono succeduti ad ogni cambio di vertice nazionale, regionale e provinciale.
I 500 metri hanno di recente, concentrato le proteste per la nuova costruzione che sta nascendo (con tutti i bolli regolamentari) in un’area già ricca di cemento. Arriviamo sempre il giorno dopo confondendo i nostri desideri, con quello che è la realtà.
I 500 metri racchiudono l’Elisuperficie. Fine anni 90. Un ostinato Comitato stimolò per il compimento di una struttura che ha avuto, e continua ad avere, una grande utilità, a supporto della sanità. Nel silenzio di un “provincialismo miope”.
I 500 metri si sono caratterizzati anche dalla presenza di un fantasma. Dal 2008 giace nascosto da transenne – e sempre più dimenticato- il Centro civico polivalente del quartiere Sacro Cuore.
Centro che nell’idea della committenza (Comune di Modica) doveva essere un luogo di aggregazione per giovani e anziani. Il progetto in mostra nel 2008 a Londra e premiato nel 2009 alla triennale di Milano, è opera dell’architetto Emanuele Fidone.
Il fantasma, che come definizione appare e si mostra, è oggetto di ricordo solo nei momenti delle svariate campagne elettorali che si sono succedute in questi ultimi 15 anni. Poi rientra nel “provincialismo miope”.
Salvatore Modica
Salvatore Rando
A proposito del tribunale, il tribunale appartiene al ministero della giustizia sino al 2024 in quanto scade il mutuo e di questo se ne è parlato abbondantemente a Roma. Riguardo ad altro l’unica cosa certa a Modica è armiamoci e partite. Lo abbiamo visto sull’eliporto, sulla nuova ala del Maggiore, sull’incompleta struttura anno ’76 ex auditorium abbandonata e ricettacolo di sporcizia, cani gatti e topi, Nel quartiere a parte la città giardino, l’unica cosa certa per fare posto al cemento è stata la distruzione di numerose ville antiche. Poi la pantomima del provincialismo miope, una piccola provincia che cammina in ordine sparso e lo vediamo sul turismo, sulle manifestazioni culturali sulle sagre e quant’altro Ragusa essendo da sempre il centro del mondo, pretende svuotare i comuni sui servizi, archivi, trubunale inadeguata e non a norma, sanità e tanto altro ancora ha visto i comuni soccombere invece di spalmare i servizi nel territorio. Sul centro polivalente è e continua ad essere un mistero, piuttosto sembra sperpero di denaro pubblico ed edificio abbandonato. La politica tutta nessuno escluso ha delle enormi responsabilità. Vogliamo continuare lasciando per un attimo la città giardino vogliamo parlare dei quartieri, Villa Cascino, chiusa, il nuovo campo sportivo della Caitina fallito prima di nascere, una scelte giusta sarebbe alienarlo in cambio un campo sportivo adeguato fuori città, Chiesa del Gesù una parte considerevole ex carcere è dal demanio mon di nulla per acquisirlo per ricaverne qualcosa di utile per la città, scuola di formazione o altro. San Marino è Albergo dei Poveri enigma struttura messa in sicurezza con i fondi del terremoto degli anni 90, cosa fare, una qualche facoltà universitaria come lo era già. Parcheggio San Giovanni se ne parla da decenni ma mai vede la luce. Quale futuro per Modica, questo è il tema, cosa proporre per il rilancio, Modica appartiene a tutte e tutti dobbiamo remare nella stessa direzione. Quali le priorità, innanzitutto la viabilità e percorsi alternativi vista la conformità urbanistica della città, rispolverare progetti e l’Europa in questo senso ci aiuta con le risorse, abbandonare la politica per non sbagliare non faccio. Modica è una bella donna per amministrarla bisogna amarla