Modica, ultimo saluto a Don Umberto Bonincontro. Il Vescovo: “Un evangelizzatore che comunicava con fascino”

Letto il suo testamento spirituale. Ha lasciato tutti i suoi beni alla Diocesi di Noto

Una chiesa di San Pietro stracolma ha dato l’ultimo saluto a Don Umberto Bonincontro. Quasi tutti i sacerdoti di Modica insieme a molti prevenienti da altri vicariati hanno partecipato alla celebrazione presieduta dal Vescovo di Noto Mon. Salvatore Rumeo.

Presenti anche le autorità fra cui il sindaco Maria Monisteri, il suo vice Giorgio Belluardo ed il Comandante della Polizia Municipale Saro Cannizzaro.

Ma soprattutto c’erano loro, quelli del gruppo Agesci Modica 1, grandi e piccoli insieme fra canti, preghiere e ricordi hanno voluto salutare un sacerdote che ha lasciato un segno indelebile in quanti lo hanno conosciuto e apprezzato, per le sue doti religiose ma prima ancora umane, per la capacità di stare sempre dalla parte della gente, quella gente che oggi era li per ricordarlo e piangerlo come si fa solo quando se ne va una persona cara.

Ringraziamo il Signore per il dono che è stato nella Chiesa e per la Chiesa di Noto-ha dichiarato il Vescovo nell’omelia-e per la sua profonda passione per il Vangelo di Gesù Cristo. Ho avuto modo di conoscere e apprezzare le qualità di un sacerdote attento ai segni dei tempi, impegnato nel cammino post conciliare della Chiesa a tradurre il messaggio cristiano con un linguaggio comprensibile e accessibile a tutti. Mi piace ricordare Don Umberto come un uomo in ascolto della parola. Per tanti anni Don Umberto ha spezzato la parola con sapienza e realismo attualizzando nel contesto odierno sia nelle celebrazioni liturgiche come anche nei vari programmi televisivi e radiofonici. Mi ha accolto in diocesi con tanta gioia e affetto che rimangono indelebili nel mio cuore di pastore”

Alle parole del Vescovo sono seguiti i messaggi di coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato, i nipoti e i pronipoti visibilmente addolorati e poi coloro che sono stati la sua seconda famiglia gli scout.

Toccanti, in particolare, le parole della Capo Scout Marisa Scivoletto e del prof. Giovanni Rosa, Capo Scout del Modica 1, che ha fatto un lungo discorso dove ha riassunto con grande verità chi era Don Umberto. “Ma la gente chi dice che tu sia? Tu sei colui che ci ha portato la notizia più strabiliante che nessuno ci abbia mai annunciato Dio ci ama, tutto il resto è secondario. È importante la modalità con cui tu hai coniugato la fede con la storia. Tu sei colui che ci ha lasciato una traccia come uno che apre sentieri nuovi e arditi e così insieme alle mille voci continuiamo a dire tu sei un prete di strada, di quartiere, di piazza, un prete sicuro della luce della fede e sospettoso dei falsi bagliori degli apparati politici ed ecclesiali. Sei un prete scomodo che non si lascia intimidire dai poteri forti, che mette al primo posto chi Gesù stesso ha prediletto l’uomo. E poi ancora sei un prete colto che illumina i dotti senza umiliare i semplici, uno che annuncia utilizzando ogni canale disponibile dalla carta stampata, alla radio, alla televisione. Tu sei un prete che demolisce barriere accogliendo persone di ogni etnia e religione come nel caso dei fratelli musulmani. Ci hai amato come Gesù ha amato i suoi discepoli

Una celebrazione che certamente sarebbe piaciuta a Don Umberto perché nella tristezza del distacco è emersa anche la gioia di chi insieme a lui ha costruito qualcosa di grande che va al di là della vita terrena. Per questo ci piace chiudere con questa canzone che è al tempo stesso gioiosa e malinconica…

Ci mancherai Don Umberto, ci mancherà confrontarci con te per vedere le cose da una prospettiva diversa, perché a noi colleghi ci hai insegnato che la cosa più importante, anche se è scomodo, è quello di dire sempre ciò che si pensa e soprattutto di raccontare alla gente la verità.

Sereno e lucido fino alla fine, don Umberto ha lasciato, due testamenti. Uno spirituale che è stato letto da don Crescenzio, il suo successore al SS. Salvatore, di cui però non è stato divulgato il testo scritto ma che è stato letto in chiesa e di cui riportiamo alcuni stralci: “Mi sono sentito sempre avvolto da un amore immenso e misericordioso. La gioia di essere sacerdote, di annunciare la Sua parola, liturgo e guida della comunità cristiana, consolatore degli afflitti e dispensatore della misericordia del Padre, ha sempre pervaso la mia vita. Mi sono donato a tutti come meglio ho potuto, senza risparmiarmi. Ho scelto il motto di Paolo: <<Farsi tutto a tutti>> e se non ci sono riuscito sempre è stata questa la tenzione. Adesso davanti al pensiero del più o meno prossimo incontro con Dio sento il bisogno di chiedergli perdono per tutto quello che avrei potuto fare e non ho fatto. A tutti chiedo la carità di una preghiera davanti al Signore. Lascio come erede testamentario il Vescovo Pro Tempore. A tutti un arrivederci in cielo.

Con altro testamento olografo ha stabilito di lasciare tutti i suoi beni alla Diocesi di Noto.

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