Lavoratori del turismo: in provincia di Ragusa, una giungla. Scifo(Cgil): “interverremo pesantemente”
E’ appena iniziata l’estate e già arrivano le prime segnalazioni da parte di lavoratrici e lavoratori del comparto turistico a testimoniare le condizioni di lavoro e contrattuali alle quali sono obbligati lungo tutto il litorale della nostra provincia, nei luoghi di maggiore affluenza turistica.
Così un donna 40enne ci comunica di essere stata assunta per lavorare in un ristorante come cuoca per 8 ore al giorno, 6 giorni su 7. La paga pattuita è di 1100 € al mese, che significa una paga oraria netta di €5,40 anziché € 9,46 lordo come previsto dal Ccnl di settore.
Ma cosa ancora più grave è l’ingaggio di 3 ore giornaliere dalle 17.30 alle 20.30 con la qualifica di cameriere. Si tratta di un contratto irregolare, grigio e truffaldino per la lavoratrice e per lo Stato. Alla lavoratrici vengono negati i seguenti diritti: corretto inquadramento (perché l’aiuto cuoco è ad un livello di paga superiore in quanto più specializzata); omissione di contributi che danneggiano il proprio profilo contributivo ai fini della pensione, e comporta una drastica riduzione della futura indennità di disoccupazione Naspi trattandosi di un lavoro stagionale.
In più non vengono riconosciuti straordinari e le relative maggiorazioni. Per quanto riguarda 13^ e 14^ , ferie maturate e TFR aspettiamo la fine del contratto anche se già i segnali fanno pensare al peggio. Per quanto riguarda i danni allo Stato ci sono, evasone fiscale e contributiva dato che si dichiarano solo 3 ore di lavoro al giorno anziché 8.
Che dire niente di nuovo sotto il cielo, eppure continua anche in questi giorni la lamentela sulla mancanza di lavoratori, nonostante i datori di lavoro dichiarano di offrire buone condizioni, addirittura migliorative rispetto ai contratti collettivi. Purtroppo, scrive Giuseppe Scifo in una nota, la realtà parla di situazioni di sfruttamento, sotto salario ed evasione contributiva, tutt’altro che condizioni di miglior favore come dichiarano gli imprenditori. Per questo la Cgil metterà in campo anche quest’anno tutte le iniziative e tutti gli strumenti per contrastare questa situazione e tutelare chi lavora costretto a subire condizioni lesive della dignità personale.
Come ogni anno a fine stagione interveniamo in molti casi per far riconoscere elementi contrattuali che spesso negati come TFR, 13^ e 14^ maturate e le ferie. Di fronte a questo scenario serve un azione dello Stato in grado di mettere il turismo sottosopra per far emergere le reali condizioni di chi lavora e soffre questa realtà di continua negazione di diritti. Il tema della regolarità, del contrasto al lavoro nero e grigio deve essere una priorità anche e soprattutto con l’utilizzo e l’incrocio di dati già in possesso delle diverse agenzie dello Stato; INPS, Agenzia delle Entrate, Centro per l’impiego.
Certo c’è sempre la solita mancanza di Ispettori del Lavoro, ma occorre intervenire anche attraverso il controllo dei flussi economici delle aziende come già avviene in altre circostanze. Altrimenti, di fronte a tanta irregolarità nessuna legge sul salario minimo, che riteniamo necessaria, può migliorare questa situazione.
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