Sampieri, ad Autore & Libri sbarca la diffamazione on line. E’ reato diffondere immagini intime attraverso il web
L’argomento affrontato da Francesco Pira e Melania Mento autori di un libro molto interessante
L’accademia, con i suoi saperi e le sue riflessioni, ha offerto a “Autori & Libri conversando a Sampieri” un solido contributo alla conoscenza del “revengeporn”, ovvero la diffamazione on line non consensuale di immagini o foto intime attraverso il web con lo scopo di distruggere la reputazione della persone che si intendono colpire.
Lo hanno efficacemente illustrato, ad un pubblico attento e partecipante sino alla fine, il sociologo della comunicazione, Francesco Pira e la psicologa clinica, Melania Mento, entrambi professori associati all’UNIME. Sobrio e incalzante il dialogo coordinato dalla giornalista Sarah Donzuso. Un merito particolare va anche al giornalista Marco Sammito, direttore artistico della manifestazione che si svolge al Pata Pata, per la scelta degli argomenti e degli autori.
In Italia, dato giugno 2022, sono due milioni le persone vittime di “revengeporn”, mentre 14 milioni sono le persone che hanno guardato in rete immagini di pornografia non consensuale (fonte TF group per Permesso negato.it). Il 4 per cento degli italiani ne sono rimasti vittima (70 per cento le donne, 17 per cento gli uomini e 13 per cento LGBQT)
Il fenomeno ha mietuto vittime di suicidi, quello più clamoroso di Tiziana Cantone, la giovane donna napoletana impiccatasi nel settembre del 2016. Nel calderone del “revengeporn” Belen e Diletta Leotta per restare sui personaggi da copertina.
La violenza in un” click” profili sociologici, psicologici e giuridici del revengeporn (FrancoAngeli Ed.), scritto a quattro mani da Francesco Pira e Melania Mento, fornisce un aiuto importante per capire e governare i nuovi orizzonti della esistenza nostra e dei nostri figli.
Secondo Francesco Pira non sono le nuove forme di comunicazione che non funzionano, è il loro uso distorto e senza controllo che determina queste situazioni limite sino agli atti di violenza su se stessi messi in circolo da giovani e giovanissimi per catturare like in un processo di emulazione sul modello delle influencer.
Il giovane vive un rapporto emotivo con la realtà particolare, come ha sottolineato Melania Mento, dove i genitori sono ignari e non controllano ove ne avessero i saperi per farlo.
E qui ritorna in auge la crisi dei valori, la decostruzione dei modelli di comportamento ed entrano in gioco la tenuta educativa della famiglia e della scuola con un’informazione che non educa più.
“Il revengeporn” è solo un aspetto degenerativo di un sistema di comunicazione che trova in TikTok, Instagram e diverse app gli strumenti che gestiscono e controllano la vita di ognuno di noi. Una rete virtuale che sovrasta la vita reale di cui ancora ne ignoriamo i confini e le pericolosità future.
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