Arcigay Ragusa: venerdì 1 settembre manifestazione provinciale contro la cultura dello stupro

“Ci sentiamo tuttə coinvoltə dallo stupro di Palermo dello scorso 7 luglio, un episodio terribile che purtroppo non è affatto un’eccezione, un’anomalia del sistema, ma al contrario rappresenta la norma in una società patriarcale impregnata di una cultura dello stupro millenaria”. 

Così un comunicato dell’Arcigay di Ragusa, firmato da Andrea Ragusa a nome delle associazioni, i movimenti, i partiti, le collettive che aderiscono alla manifestazione in programma venerdì 1 settembre 2023

Arcigay è un’associazione Lgbtqia+, nella quale convergono le istanze delle nostre sorelle e compagne transfemministe, alleate in una comune battaglia per il cambiamento sociale.

Dopo la notizia dei sette arresti abbiamo avviato un fitto confronto dentro Arcigay e abbiamo deciso in una notte, letteralmente, di convocare una manifestazione provinciale.

“Abbiamo deciso di non restare in silenzio di fronte allo stupro di Palermo perché pensiamo che l’indifferenza sia una forma di complicità verso quella cultura che normalizza l’abuso e la violenza anche grazie all’uso di un linguaggio misogino e sessista, all’oggettificazione dei corpi delle donne e alla glamourizzazione della violenza sessuale, alle narrazioni tossiche dei media”. 

Proprio nei giorni in cui esplodeva la rabbia per i fatti di palermo è emersa un’altra raccapricciante realtà: le due bambine di 10 e 12 anni vittime, pare per mesi, di stupri da parte di giovanissimi ragazzi, tra cui solo 2 maggiorenni. Sono almeno 15 i ragazzini sospettati di aver abusato delle due cuginette.

“Per questo, prosegue il comunicato, abbiamo voluto invitare tuttə a portare in piazza con noi la propria rabbia, ma anche la propria sorellanza verso la ragazza di Palermo e verso tutte le persone che subiscono violenza di genere”.

Venerdì 1 settembre oltre trenta tra associazioni, partiti, movimenti e collettive che hanno aderito all’appello, scenderanno in piazza, per dire NO alla cultura dello stupro, per chiedere a gran voce che sin da subito si inizi a lavorare nelle scuole, nei luoghi di aggregazione sociale, sui luoghi di lavoro per sradicare quella cultura e coltivare un’educazione diffusa alla sessualità positiva, all’affettività, al consenso e alle differenze.

“Ma anche per ribadire che la violenza di genere è un fenomeno sistemico e strutturale figlio del patriarcato, che non conosce limiti di età, confini geografici, nazionalità e classe, e che quindi riguarda la società intera e dobbiamo assumercene la responsabilità collettiva.

La nostra non vuole essere una fiaccolata silenziosa, non vogliamo esprimere passioni tristi o pietà, contribuendo all’ulteriore vittimizzazione della ragazza di Palermo, la quale ha invece rifiutato di essere rinchiusa nel ruolo di vittima e si è ripresa la parola con forza e coraggio, denunciando i suoi stupratori e poi chiedendo espressamente di non essere giudicata da nessuno.

Al contrario quella di giorno 1 sarà una passeggiata rumorosa e potente, un’espressione di rabbia e di rivolta, per dire che noi ci siamo e che se toccano una rispondiamo tutte.”

andrea ragusa, Arcigay >Ragusa, Lgbtqia+

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