Ibla: “La città visibile”, il bilancio del festival di spettacoli “Ragusa dietro il sipario”
Si è svolto a Ragusa Ibla dal 28 settembre all’8 di ottobre, il festival biennale “Ragusa dietro il sipario”. Ibla città teatro, al di qua e dietro le quinte, con spettacoli dai temi sia classici che contemporanei, danze acrobatiche e performance circensi, talk ed esibizioni musicali.
Tante le “prove aperte” al pubblico e agli studenti per conferire il meritato risalto ai vari operatori della messa in scena (scenografi, macchinisti, costumisti, truccatori, tecnici vari) e permettere agli intervenuti di interagire con le opere rappresentate. Guardare “dietro il sipario”, appunto.
Un programma corposo e variegato ideato da Vicky Di Quattro che ne è stata la direttrice artistica insieme alla sorella Costanza, promosso dall’Associazione Donnafugata 2000 con la consulenza culturale di Paolo Verri e organizzativa di Danila Confalonieri.
Tanti gli enti pubblici patrocinanti, il Ministero dei Beni Culturali in primis, e altrettanto numerosi gli sponsor privati.
Ad ospitare gli eventi e i protagonisti, quasi tutti di fama nazionale, da Bergonzoni a Rea, da Buttafuoco a Vacis, giusto per citarne alcuni, location prestigiose come la piazza e la scalinata del Duomo, il cortile della Chiesa di Santa Teresa divenuta ormai sede universitaria, il Circolo di Conversazione, il Teatro Donnafugata e le strade tutte della superba cittadina barocca.
Importante e consistente l’omaggio reso a Italo Calvino, lo scrittore considerato tra i più rappresentativi della seconda metà del 900 , nel centenario della nascita.
Pertanto, mentre a Roma e a Genova fervono i preparativi per due importanti mostre che apriranno rispettivamente il 13 e il 15 ottobre, “FAVOLOSO CALVINO” la prima alle Scuderie del Quirinale e “CALVINO CANTAFAVOLE” la seconda a Palazzo Ducale, a Ragusa sembra si sia giocato d’anticipo nel cogliere l’occasione dell’importante ricorrenza e il costatarlo non può che inorgoglire noi tutti, cittadini iblei.
Da intellettuale impegnato in campo politico, sociale e culturale, convinto che “la letteratura debba essere presenza attiva nella storia…aiutando gli uomini ad essere sempre più intelligenti , sensibili, moralmente forti”, da autore di una produzione multiforme e assai varia, lo scrittore ligure non poteva non meritare un’ adeguata valorizzazione.
A lui è stata anzitutto dedicata l’installazione LA CITTÀ SEGRETA. LUCI D’ARTISTA, realizzata da Paolo Amico su cura di Costanza Casale.
Lungo le vie principali della città è stato creato un effetto assai suggestivo utilizzando degli striscioni luminescenti riportanti alcune frasi tratte da “Le città invisibili”.
Il libro, ritenuto alla sua uscita un testo visionario e immaginifico ma rivelatosi in seguito realista per la sua forte carica profetica, ha ispirato, nel corso dei decenni successivi, intere schiere di architetti e urbanisti.
Utile ricordare qui che già nel 2002 , in occasione del trentennale della sua pubblicazione, la Triennale di Milano promosse una grande mostra dal titolo “LA VISIONE DELL’INVISIBILE” nella quale venivano presentate delle installazioni riguardanti ben 11 delle città immaginate da Calvino. L’autore stesso, del resto, in una conferenza tenuta a New York nel 1983, così dichiarava : “Che cos’è oggi la città per noi? Penso d’aver scritto qualcosa come un ultimo poema d’amore alle città, nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città.”
Il festival di Ibla ha inserito nel suo programma parecchi eventi ispirati a o dalle opere dello scrittore ligure; uno in particolare corre l’obbligo di menzionare : trattasi dello spettacolo “IL CALABRONE E LA FARFALLA” con la regia di Walter Manfrè , prodotto dal Teatro Donnafugata e presentato l’ultimo giorno della Manifestazione.
Gli attori Giuseppe Ferlito e Maria Rita Sgarlato hanno abilmente reso in scena il legame passionale e assai travagliato durato circa tre anni, tra Italo Calvino e l’attrice, nonché scrittrice anch’essa, Elsa De Giorgi.
Un amore clandestino per via dello status di donna sposata di lei residente tra l’altro a Roma: continui e furtivi pertanto i viaggi in treno fra Roma e Torino, ma soprattutto densissima la corrispondenza epistolare.
Proprio da questo carteggio amoroso, considerato fra i più belli del 900, la scrittrice Costanza Di Quattro ha preso le mosse per attuarne una trasposizione teatrale risultata di grande efficacia: una pièce fitta di dialoghi e riflessioni, costellata da momenti di tormento ed estasi sapientemente evidenziati dalle musiche originali di Mario Incudine.
La Manifestazione ha registrato una partecipazione entusiasta da parte di tutti gli elementi coinvolti, siano essi stati attori, collaboratori o semplici spettatori: si è riusciti insomma, almeno per la durata del festival, grazie alla felice attuazione di un programma assai ambizioso, a concretizzare il proposito suggerito da Marco Polo nelle battute finali de “Le città invisibili”: CERCARE E SAPER RICONOSCERE CHI E COSA, IN MEZZO ALL’INFERNO, NON È INFERNO, E FARLO DURARE, E DARGLI SPAZIO.
Anna Caschetto
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