A Vittoria Confcooperative presenta il libro “I beni confiscati alla criminalità organizzata”

Appuntamento martedì 24 ottobre alle 10, presso la sala delle Capriate

La sede territoriale di Ragusa di Confcooperative Sicilia, con il patrocinio del Comune di Vittoria, organizza per martedì 24 ottobre alle 10, presso la sala delle Capriate, la presentazione del libro di Rosa Laplena dal titolo “I beni confiscati alla criminalità organizzata”, edito da Mediter Italia.

Un lavoro di analisi, quello che offre l’autrice, esperta nella gestione di beni confiscati e consigliere nazionale di Confcooperative, che indica anche i possibili rimedi alle carenze legislative e organizzative di volta in volta indicate, con il coinvolgimento del terzo settore e soprattutto del mondo della cooperazione inspiegabilmente ignorato. 

Ad arricchire la mattinata, anche la presenza del presidente della cooperativa sociale Verbumcaudo che nel Palermitano ha ridato vita a terreni agricoli sequestrati alla mafia. Porterà la testimonianza che oggi racconta l’impegno quotidiano e concreto di Giovanni Falcone: una masseria e dei campi coltivati in biologico a metà tra l’area del vallone nisseno e le Madonie, che fino al 1983 apparteneva ai fratelli Greco, boss reggenti della famiglia di Ciaculli. Oggi la comunità si è riappropriata del bene per mezzo di undici giovani che hanno avuto il coraggio di dare una nuova storia ai campi abbandonati, costituendo così la cooperativa sociale Verbumcaudo.

Interverranno il sindaco di Vittoria Francesco Aiello, il presidente territoriale di Confcooperative Ragusa Gianni Gulino, il vicesindaco di Vittoria Giuseppe Fiorellini, il consigliere regionale di Federsolidarietà Luca Campisi, il presidente della Verbumcaudo, Luca Li Vecchi. Modererà la giornalista Gilda Sciortino. “Il nostro obiettivo –dichiara Confcooperative Ragusa – è agire con sempre maggiore determinazione per la rinascita di beni e aziende confiscate alla criminalità. Dobbiamo affinare i nostri strumenti e accrescere il dialogo tra istituzioni e il mondo economico e sociale. La gestione efficace dei beni confiscati è un passo fondamentale nella lotta alla criminalità. E’ soprattutto un messaggio al territorio. Perché? I beni delle mafie sono il simbolo del loro potere. La loro confisca un segnale, una risposta”.

Per il vice sindaco Fiorellini: “L’investimento in politiche intelligenti, produttive e innovative in tema di beni confiscati alla mafia rappresenta una scelta straordinaria affinché i giovani, soprattutto, possano sentirsi padroni di loro stessi e delle proprie vite, liberi dalle mafie e dal disonore che esse esercitano”.

I NUMERI

Le cooperative impegnate nella gestione dei beni confiscati sono 200, occupano 3mila persone e fatturano 100 milioni di euro all’anno. Ricchezza che resta sul territorio (spesso sono cooperative impegnate sull’inclusione lavorativa dei più fragili). Nel 60% dei casi lavorano al Sud.

Secondo i dati raccolti dal centro studi di Confcooperative, i beni confiscati affidati alle cooperative valgono 40 milioni di euro. Si tratta per quasi la metà dei casi di immobili: ville, appartamenti, anche interi palazzi. Per il 28% sono terreni agricoli, negli altri casi strutture commerciali, industriali o turistiche. Le cooperative li usano in prevalenza (34% dei casi) come luoghi di accoglienza e integrazione, incluso l’housing sociale.

Nel 25% dei casi l’uso invece è agricolo. Non sono soltanto uno strumento di lotta contro la criminalità organizzata, ma anche uno strumento di sviluppo del territorio soprattutto nel Mezzogiorno. I beni confiscati sono uno strumento per sensibilizzare i giovani, e allontanarli dalla criminalità organizzata.

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