Com’era facilmente prevedibile non poteva passare inosservata l’abrogazione da parte dell’Ars della norma approvata lo scorso luglio che imponeva una distanza di almeno tre chilometri fra i centri abitati e le aree individuate per la realizzazione di impianti utili allo smaltimento dei rifiuti.

In aula si è opposto solo il Movimento 5 Stelle. “L’abolizione della distanza minima è inaccettabile – ha dichiarato il capogruppo Antonio De Luca – ci siamo opposti energicamente in tutte le sedi per farla stralciare, ma gli altri partiti non hanno avuto il coraggio di prendere una posizione chiara. Si poteva modificare, l’abolizione tout court rischia di farci buttare il bambino con l’acqua sporca”.

Ieri da Pozzallo l’intervento del Sindaco Roberto Ammatuna che parla di scelta grave che antepone alla salute dei cittadini altri interessi.

“L’ARS consente la realizzazione di impianti di rifiuti vicino ai centri abitati, non si comprende la ragione di questa scelta, assolutamente insensata e pericolosa per le nostre comunità. La difesa dell’ambiente dovrebbe essere accompagnata sempre da principi e norme che dovrebbero avere come priorità la salvaguardia della salute e di una migliore qualità della vita delle persone, purtroppo nella Regione Siciliana continuano a prevalere altri interessi” dichiara Ammatuna.

Ma cosa potrà comportare l’abolizione della distanza minima degli impianti rifiuti dai centri abitati?

La prima conseguenza potrebbe riguardare proprio la realizzazione della discarica di c/da Lanzagallo il cui sito, come i nostri lettori ricorderanno, è stato individuato proprio tenendo conto di questa risicata distanza. Ma alla luce dell’abolizione naturalmente cadono tanti altri ostacoli che consentirebbero di realizzare impianti anche alle porte dei centri cittadini senza limiti di distanza.

Nel 2012 la legge n. 9, stabiliva la distanza degli impianti di smaltimento rifiuti a 5 chilometri di distanza dai centri abitati, diventata 3 chilometri la scorsa estate e adesso annullata con l’abolizione votata in aula dall’Ars.