La triste storia siciliana dei finanziamenti a pioggia e della gara dei deputati “spittuna”
Cento a te e cento a me. O meglio cento a me e a te un po’ meno perché opposizione sei.
Lunga vita al manuale Cencelli … in questa amara terra di Sicilia. Lunga, lunghissima vita.
Ogni giorno, tutti i giorni, leggiamo decine di comunicati a firma di consiglieri regionali (che da noi, come ben sapete, si chiamano deputati), pubblicati sui Social.
“Grazie al mio personale e miracoloso intervento sono riuscito ad ottenere un contributo di euro cinquantamila, centomila, duecentomila, trecentomila per i Comuni (in testa quello di residenza) della provincia”.
L’annuncio viene dato con la solita enfasi, che non c’entra nulla con l’intima ed etica soddisfazione che provano uomini di successo come Giorgio Armani e Renzo Rosso, fondatore del marchio Diesel, fra i più importanti filantropi italiani.
Filantropi anche i deputati eletti all’Ars? Non scherziamo. I soldi da gestire sono i nostri. Soldi ricavati dalle tasse. Il discorso a questo punto ci porterebbe lontano fino a raggiungere la ionosfera.
Giorgio Armani e Renzo Rosso lavorano, producono e creano ricchezza. Il Parlamento siciliano, considerato uno dei più antichi del mondo, produce e distribuisce ricchezza?
Ecco il cornuto dilemma. La storia remota e recente racconta, purtroppo, di disastri economici immani ogni qualvolta la Regione ha immaginato di fare impresa.
I finanziamenti a pioggia (a zuppa villano) che arrivano in Sicilia e dalle nostre parti non sono dividendi, cioè guadagni che una società distribuisce ai propri azionisti, ma sono in gran parte frutto di imposte dirette e indirette pagate da cittadini e imprenditori “virtuosi”, volendo dimenticare per un solo attimo il numero elevato di evasori fiscali e furbetti di quartiere.
Un deputato regionale, indifferentemente di maggioranza o opposizione, che abbia più capacità contrattuali di un altro risulta alla fine fra i deputati “spetti”, o “spittuni”. Ma il problema di fondo rimane irrisolto. Chista a zita.
La barca, governata da marinai buoni per ogni stagione, continua a navigare verso lidi incerti. Cambiare rotta verso porti sicuri e collaudati, si può. Basta volerlo.
Michele Giardina
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