Gustavo VI di Svezia, il “Re archeologo” nel suo tour in incognito (1952) fece tappa a Ragusa?

( di Giuseppe Calabrese) – Anche un freddo rapporto di polizia sulla predisposizione dei servizi di scorta può svelare episodi inediti sotto il profilo culturale ed umano ed aspetti forse ancora poco noti di personalità di rilievo pubblico.

Tra l’ottobre ed il novembre del 1952 Re Gustavo Adolfo VI di Svezia e la seconda moglie Luisa Mountbatten (la prima, Margherita di Connaught, era morta prematuramente nel 1920 nel corso della sesta gravidanza, n.d.a.), accompagnati da un piccolo seguito, effettuarono in incognito un viaggio lungo la Penisola e soprattutto in Sicilia per visitare in veste privata alcuni siti archeologici. 

La sua passione per le antiche vestigia ed il rapporto di collaborazione con il suo amico archeologo Erik Sjoqvist permisero nel 1955 l’inizio degli scavi che portarono poi alla scoperta del sito di Morgantina, in provincia di Enna (il filmato che segue si riferisce con molta probabilità alla sua scoperta in territorio di Aidone, n.d.a.).

Gustavo Adolfo VI era salito al trono due anni prima, il 29 ottobre 1950, quando ormai aveva 67 anni, ma aveva sempre coltivato sin dall’adolescenza il suo interesse per l’archeologia. Il sovrano svedese diresse infatti intorno alla metà del secolo scorso alcune campagne di scavi nel sud d’Italia, specie in corrispondenza dei territori che comprendevano la Magna Grecia, e partecipando anche a missioni elle aree di insediamento etrusche della cosiddetta Tuscia (ex Etruria). Il monarca di Svezia partecipò inoltre a spedizioni in Grecia, Cina e Corea.

A rafforzare il suo interesse per le civiltà antiche  contribuì la frequenza dell’Università di Uppsala, dove ebbe come docente il noto archeologo Oscar Almgren, che lo coinvolse negli scavi di Hàga Kurgan e nel ritrovamento di alcuni reperti dell’età del bronzo.

Il viaggio in incognito di Re Gustavo Adolfo VI e della consorte Luisa Mountbatten fu preannunciato il 1° ottobre 1952 con un telegramma decifrato delle ore 21,40 (Archivio di Stato di Ragusa, Fondo Prefettura, busta n. 2168).

Il Capo della Polizia Giovanni D’Antoni, per conto del ministro dell’Interno Mario Scelba, indicava ai 10 prefetti interessati l’inizio del viaggio, previsto due giorni dopo, e le tappe della visita dei reali di Svezia, informandone per conoscenza anche il prefetto di Milano, nonché la Polfer di Napoli, Reggio Calabria, Bologna, Milano, il prefetto, il questore e la Polfer di Roma. <Pregasi attuare discreti non appariscenti servizi vigilanza – disponeva nel dettaglio il telegramma – et disporre che at sovrani et seguito siano usate consuete cortesie et agevolazioni. Polizie competenti provvederanno intesa per viaggi in treno>.

Foto – I reali di Svezia Gustavo Adolfo VI e Luisa Mountbatten

Nelle direttive del Viminale si chiarivano i termini del viaggio: <Da tre ottobre at cinque novembre prossimo venturo – si leggeva nel telex – Loro Maestà Re et Regina Svezia soggiorneranno in Italia per riposo et diporto. Viaggeranno stretto incognito sotto nome conte et contessa Gripshom accompagnati da primo gentiluomo da baronessa Rudebe Vittok nonché da domestica Kuntindell et da cameriera Johanna Thlin. Sovrani giungeranno a Firenze via aerea giorno 3 ore venti circa>. Dopo aver percorso parte della Penisola, le disposizioni indicavano che con l’arrivo <At Messina si imbarcheranno giorno 11 su Yacht del conte Mountbatten (sicuramente un parente della moglie del Re, n.d.a) diretti Malta donde ritorneranno prevedesi giorno 19 sbarcando Siracusa. In Sicilia sovrani effettueranno – si precisava inoltre nel telegramma – visita particolarmente centri archeologici>.

Foto – Re Gustavo Adolfo VI in uno degli scavi – Il sovrano svedese in un sito durante una pausa

Il probabile arrivo in provincia di Ragusa per il 23 ottobre del Re di Svezia Gustavo VI e della moglie Luisa Mountbatten comportò l’attivazione dei servizi di scorta anche in territorio ibleo. Con un’ordinanza interna di servizio del giorno prima il questore dell’epoca Lorenzo Calabrese diede alcune disposizioni al dirigente dell’Ufficio Automezzi, al commissario aggiunto Onorio Cortese, ai Comandi del Nucleo guardie di pubblica sicurezza e della Sezione della Polizia stradale ed alla Squadra Politica.

<Nella mattinata di domani, 23 corrente, i Sovrani di Svezia – scriveva il questore Calabrese –, in forma strettamente privata, lasceranno a bordo di autovettura, Siracusa, diretti ad Agrigento. La carovana, che sarà scortata a cura del Comando Sezione della Polizia Stradale di Siracusa, fino al luogo di destinazione, percorrerà la statale 115>.

Nella stessa ordinanza di servizio il questore di Ragusa faceva tuttavia notare che <per quanto la sosta della carovana sia già stata prevista a Gela, può accadere che gli illustri ospiti sostino brevemente anche in questo Capoluogo. In relazione all’ipotesi suddetta, il Dr. Cortese, cui è affidata la direzione dei servizi, disporrà dalle ore 8 e fino a cessato bisogno, discrete e riservate misure di vigilanza lungo il seguente itinerario: -Trivio Cucinella-via Dante-Piazza del Popolo- Viale Ten. Lena-Piazza della Libertà-Ponte Nuovo-Via Roma-Via Vitt. Veneto-Corso Italia-Piazza S. Giovanni. Tale servizio – aggiungeva Calabrese – sarà espletato mediante l’impiego di 12 pattuglie. Dalle ore 8 sarà costituita una riserva di 20 uomini alla Caserma Cappuccini, ove, dalla medesima ora, sosteranno l’autocarro Bianchi Civis e un camioncino Fiat 1100>.

Infine, un’ultima raccomandazione del questore: <Il locale Comando della Sezione di Polizia Stradale è pregato di disporre perché lungo la statale 115, nel tratto limitato tra Ispica (limite della Provincia) e Ponte Dirillo, venga espletato un rigoroso servizio di vigilanza, che, come già detto, non dovrà essere appariscente>.    

I documenti in nostro possesso non danno tuttavia la certezza di un’eventuale sosta in territorio ibleo dei reali di Svezia, ma ci piace pensare che un sovrano come Gustavo Adolfo VI, attento studioso com’era dei siti archeologici, abbia potuto fare tappa sia a Cava d’Ispica, tra l’altro facile da raggiungere per il corteo reale proveniente da Siracusa, che sarebbe entrato in provincia proprio dal territorio di Ispica, che a Kamarina, ancora quasi sconosciuta all’epoca, insediamento noto solo grazie agli studi di Paolo Orsi, che il monarca svedese sicuramente conosceva, considerata la sua vasta cultura e la fama di essere un “divoratore” di libri. Oltretutto, l’insediamento di Kamarina si trovava proprio sull’itinerario dal quale sarebbe dovuta passare la carovana reale diretta a Gela.

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