Giornalisti iblei riuniti a Scicli per San Francesco di Sales. Un momento di riflessione e di festa in ricordo di chi non c’è più
Si è tenuto ieri sera a Scicli il tradizionale appuntamento dei giornalisti iblei in occasione di San Francesco di Sales, patrono della categoria.
Dopo lo stop della pandemia, la collega Pinella Drago, che era solita organizzare questo momento in ricordo anche del marito e collega Santo Vanasia, ha voluto riunire nuovamente i colleghi giornalisti. Un appuntamento molto sentito dalla categoria, festeggiato anche in memoria di Gianni Molè, ex segretario dell’Assostampa provinciale, scomparso a causa del Covid, che era molto legato a questa giornata.
La messa, officiata da Padre Ignazio La China, si è tenuta nella Chiesa di San Giovanni a Scicli, alla presenza del sindaco Mario Marino e delle massime autorità militari della provincia, il Questore di Ragusa, oltre ad alcuni rappresentanti istituzionali.
Nell’omelia, aperta da un messaggio dei giornalisti letto dal Direttore di Ragusa Oggi Enzo Scarso, Don La China ha riportato il messaggio di Papa Francesco in occasione della 58ª Giornata delle comunicazioni sociali che si celebra il 12 maggio, dedicato all’intelligenza artificiale e che poi viene resa nota proprio in occasione di questa giornata.
Riportiamo qui alcuni passaggi del discorso del Papa che sono stati spunto di riflessione:
“A seconda dell’orientamento del cuore, ogni cosa nelle mani dell’uomo diventa opportunità o pericolo. Il suo stesso corpo, creato per essere luogo di comunicazione e comunione, può diventare mezzo di aggressività. Allo stesso modo ogni prolungamento tecnico dell’uomo può essere strumento di servizio amorevole o di dominio ostile. I sistemi di intelligenza artificiale possono contribuire al processo di liberazione dall’ignoranza e facilitare lo scambio di informazioni tra popoli e generazioni diverse. Possono ad esempio rendere raggiungibile e comprensibile un enorme patrimonio di conoscenze scritto in epoche passate o far comunicare le persone in lingue per loro sconosciute. Ma possono al tempo stesso essere strumenti di “inquinamento cognitivo”, di alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute – e condivise – come se fossero vere. Basti pensare al problema della disinformazione che stiamo affrontando da anni nella fattispecie delle fake news e che oggi si avvale del deep fake, cioè della creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false o di messaggi audio che usano la voce di una persona dicendo cose che la stessa non ha mai detto. La simulazione, che è alla base di questi programmi, può essere utile in alcuni campi specifici, ma diventa perversa là dove distorce il rapporto con gli altri e la realtà”
E poi ancora “L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale: implica il corpo, lo stare nella realtà; chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze; esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione”
Tutti messaggi importanti che Don La China ha fatto propri e ha condiviso con i giornalisti presenti dando la possibilità di riflettere sull’importanza di quella che più che una professione è per certi versi una missione. In particolare rimarcando l’importanza di ascoltare l’altro e di raccontare la verità.
Dopo il momento di preghiera e riflessione i giornalisti hanno proseguito la serata in un noto locale della città, ospiti della collega Pinella Drago.
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