Sergio Firrincieli lancia l’allarme: l’aumento dei prezzi rischia di mettere tutti in ginocchio
Nelle ultime settimane è sotto la lente di ingrandimento il fenomeno dell’aumento dei prezzi con incrementi che fanno paura ai consumatori.
A esprimersi in merito a una questione nazionale che colpisce anche il territorio ibleo, Sergio Firrincieli, consigliere comunale di Ragusa ed espressione del Movimento 5 Stelle.
“L’altro giorno Federconsumatori, che, parlando di buono pasto, enunciava l’incremento del prezzo del tramezzino del 300%, il panino è aumentato del 200%, perfino la bottiglietta dell’acqua è aumentata del 283%. Tutto questo mentre, in pratica, gli stipendi sono fermi agli anni Novanta” afferma il consigliere Firrincieli.
Federconsumatori nell’enucleare gli aumenti spiegava anche come il potere d’acquisto del buono pasto è diminuito del 30%. Negli ultimi mesi si è parlato per questo di salario minimo, però, lamenta Firrincieli, senza tenere conto del ceto medio, la gente che lavora, che vivono in grande sofferenza a causa di retribuzioni sempre più basse rispetto all’andamento degli incrementi.
“Il carrello della spesa – continua Sergio Firrincieli – doveva essere calmierato da un accordo tra governo e grande distribuzione, tuttavia sfido chiunque a rilevare ribassi, anzi sembra proprio essere più pesante. Probabilmente i prezzi sono stati bloccati ma dopo che però talune realtà della Gdo avevano già aumentato i prezzi.”
Il consigliere alla quesitone dei prezzi dei beni alimentare aggiunge anche il costo della benzina che incrementa sempre di più. Di conseguenza i costi dei trasporti, soprattutto quelli aerei, soprattutto da e per Comiso, sono saliti alle stelle rispetto a quando vi era presente il secondo vettore a livello internazionale.
Ad essere oggetto di aumenti sempre maggiori beni e servizi. Come nel caso degli affitti, in particolare per gli studenti fuori sede, per non parlare poi di quelli relativi agli oneri urbanistici per poter edificare.
“Vorremmo capire in tutto questo – prosegue Firrincieli – che cosa fa il governo, come contrasta questo stallo il sindacato, come le opposizioni al governo intendono coordinarsi per poter garantire una inversione di tendenza a questo trend che ormai sta diventando molto pesante. Se le retribuzioni rimangono ferme, vedremo morire numerose piccole attività commerciali. Sicuramente a farne le spese saranno gli operatori del terziario di mercato, soprattutto gli operatori del turismo.”
Il settore del tempo libero di questo passo sarà il primo ad essere penalizzato. Dietro a questo negli ultimi decenni si è sviluppata una vera e propria industria che ha creato e garantito posti di lavoro importanti.
“Il nostro territorio, la Sicilia, che potrebbe vivere appunto di turismo, non essendo la ricca Brianza, non essendo il laborioso Veneto, non essendo la organizzata Romagna, deve necessariamente pensare anche a questo” conclude Sergio Firrincieli.
Il consigliere, in definitiva, sottolinea come dai territori arrivi la sollecitazione a tutte le forze politiche e ai corpi intermedi di trovare una soluzione di ampio respiro.
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