Il Vescovo Salvatore ha celebrato a Modica la festa di San Giovanni Bosco, Maestro dei giovani

Nella splendida chiesa collegiata di San Giovanni Evangelista si è tenuta la tradizionale messa cittadina in onore di San Giovanni Bosco Padre, Maestro e Amico dei giovani.

Una chiesa gremita e piena di famiglie, bambini, ragazzi e giovani, segno che la città è ancora viva ed è salesiana.

La celebrazione Eucaristica è stata presieduta da Mons. Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto, presente il vicario foraneo della città Frate Antonello Abate e  i salesiani di Modica don Paolo Terrana, don Nino Aprile, don Gino Tirrito e don Paolo Buttiglieri. Diversi anche i sacerdoti delle parrocchie di Modica Alta.

A precedere la celebrazione la passeggiata con Don Bosco, che si è snodata lungo le vie di Modica Alta partendo dalla nuova chiesa di San Massimiliano Kolbe in c.da Mauto.

Alla Santa Messa ha partecipato anche il sindaco Maria Monisteri e l’assessore alle politiche educative Chiara Facello.

Nel corso dell’omelia il Vescovo ha sottolineato che bisogna “rendere lode al Signore perché ci sostiene sempre con la forza e la luce del suoi santi. Siamo qui per ricordare San Giovanni Bosco  un sacerdote e un  grande santo della chiesa”.

Mons. Salvatore Rumeo, tenendo a braccio l’omelia, ha avuto modo di dialogare con i diversi ragazzi stipati sulle prime file. Tante le tematiche trattate a partire dal famoso sogno dei nove anni, di cui quest’anno si celebra il bicentenario.

“Nelle faccende vocazionali – sottolinea mons. Rumeo –  decide sempre il buon Dio. Da quel sogno che turbò la notte del piccolo Giovannino, vi sono delle scelte improntati. Decise di entrare in seminario. Il suo obiettivo era di conquistare i ragazzi e per questo visse il sacerdozio in modo originale”.

Infine, il Vescovo ha sottolineato come la vita di don Bosco ci permette  di rivedere diversi atteggiamenti pastorali. Dove la pastorale non è un’azione fra tante ma è sacramentale.

“Il mistero educativo di don Bosco condensato nel buono cristiano e onesti cittadini. Invita ciascuno ad educare i ragazzi e a mettere il seme della legalità  e del senso civico, oltre che gli aspetti di fede. Don Bosco amava custodire il Vangelo ma metteva nel cuore l’amore per la città” ha ricordato il vescovo agli adulti e alle istituzioni presenti.

A conclusione dell’omelia il Vescovo ha invitato i presenti a “fare squadra perché al centro di tutto ci sta l’uomo in qualsiasi stagione o momento della vita. L’uomo al centro. Ricordatevi  la Chiesa senza giovani e ragazzi sarebbe come una città senza monumenti”.

Ragazzi, ha ribadito il vescovo “Voi siete non il futuro voi siete il presente, voi ci fate comprendere il senso della vita e senso della festa. In tutto ciò che voi fate c’è qualcosa che noi adulti abbiamo perso”.

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