Anche a Ragusa l’8 marzo dipendenti Enel in sciopero per chiedere coraggio sullo sviluppo energetico
I dipendenti Enel sono in stato di agitazione e annunciano uno sciopero generale nella giornata dell’8 marzo, perché l’azienda non ha il coraggio di compiere le scelte necessarie per lo sviluppo energetico del paese.
“Enel non ha il coraggio di compiere le scelte necessarie allo sviluppo energetico del paese. Ci hanno presentato un piano industriale che non crea valore, nessuna idea su come affrontare il superamento del fossile e la messa a terra delle nuove tecnologie green” aprono così la loro dichiarazione congiunta Filippo Scollo, Peppe Scarpata ed Emanuele Guastella.
“Solo operazioni di tagli al personale – proseguono i tre segretari sindacali – e terziarizzazioni delle attività di distribuzione, nel conseguente peggioramento del servizio elettrico nazionale offerto all’utenza. Ecco perché l’8 marzo sarà sciopero generale non solo a Ragusa ma in tutta Italia”.
Lo sciopero indetto dalle sigle Filctem Cgil, Uiltec Uil e Flaei Cisl è frutto di un lungo lavoro di confronto scaturito durante le assemblee nei luoghi di lavoro.
Filippo Scollo, Peppe Scarpata ed Emanuele Guastella, delle segreterie regionali e territoriali di Filctem Cgil, Uiltec Uil e Flaei Cisl che in una nota hanno spiegato le ragioni dello sciopero generale in Enel previsto per il prossimo 8 marzo.
“Non scioperiamo per rivendicare aumenti salariali – aggiungono i segretari-, siamo preoccupati per la direzione che sta prendendo l’Azienda. Enel potrà essere la protagonista nel nostro Paese per la transizione energetica e digitale, l’elettrificazione dei consumi ed i progetti previsti del PNRR avranno un enorme impatto sui suoi ricavi se sarà capace di cogliere le sfide future tramite gli investimenti sugli asset e sulle persone. Purtroppo, quello che ci viene proposto è solo una mera razionalizzazione degli investimenti, disagi per i lavoratori e tagli alla nuova occupazione”.
I sindacati spiegano che l’azienda vuole esternalizzare attività elettriche, che è il cuore della distribuzione. Facendo questo affiderà imprese appaltatrici un importante settore con possibili rischi di ricadute sulla sicurezza del lavoro ed un aumento degli incidenti da elettrocuzione.
Inoltre, spiegano le sigle sindacali, Enel vuole modificare l’orario del lavoro per le realtà operative impegnate anche in reperibilità e fronteggiare così la carenza di personale. A questo va aggiunto una riduzione drastica dello smart working e il peggioramento dei tempi di vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori.
“Gli investimenti per le fonti rinnovabili passano dai 5,5 miliardi a 2,9 miliardi di euro (in tre anni). Non c’è traccia di investimenti nel settore idroelettrico né sulla geotermia. C’è un generico impegno per la realizzazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo (batterie). Si pretende di vendere prodotti di mobilità elettrica, impianti tecnologici, contratti di luce, gas e fibra telefonica senza un adeguato numero di personale. Le manutenzioni delle sedi, specialmente nelle realtà territoriali, sono di fatto assenti e ci sono problemi che da mesi aspettano risposte” spiegano ancora Scollo, Scarpata e Guastella.
Questi sono i motivi alla base della protesta delle lavoratrici e dei lavoratori di un’azienda che gestisce la distribuzione elettrica in Italia e che si tiene in piedi con le bollette pagate ogni mese dagli italiani.
“Abbiamo consegnato al Prefetto di Ragusa le ragioni del nostro sciopero che, nelle modalità previste, avrà una giornata intera di astensione dal lavoro per l’8 marzo e blocco attività straordinarie fino al 24 marzo. Ci dispiace per i possibili disagi sull’utenza finale -chiudono i segretari di Filctem, Uiltec e Flaei- ma è in discussione il servizio elettrico nazionale”.
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