Ragusa: intitolazione del museo archeologico a Biagio Pace. L’on Campo (M5S): “Dopo 12 anni lo stesso errore”

Intanto il Pd chiede al sindaco di prendere una posizione

Non si placa la polemica attorno alla decisione dell’assessore regionale ai Beni Culturali Francesco Scarpinato di intitolare il museo archeologico di Ragusa all’archeologo Biagio Pace, deputato di rilievo del Partito nazionale fascista.

Dopo il duro intervento del deputato regionale del Pd Nello Dipasquale è di oggi la reazione della parlamentare del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo che riporta fra l’altro alla memoria collettiva un fatto importante.

Impossibile assistere in silenzio al colpo di mano di questo governo regionale di centrodestra- dichiara l’on Campo- che mostra interesse per i musei archeologici, esclusivamente calando dall’alto una titolazione senza aver prima consultato il nostro territorio Senza tener conto dei motivi di opportunità politica, anche se sono evidenti – continua l’esponente del M5S – non abbiamo mai visto l’assessore fare una visita al nostro museo regionale, nonostante le varie vicende e gli aspetti che ne ostacolano un opportuno rilancio, ed ora all’improvviso dovremmo registrare come positiva questa inconsueta attenzione? Noi invece pensiamo l’esatto contrario, ovvero che l’assessore Scarpinato avrebbe dovuto relazionarsi con gli esperti e gli studiosi della nostra provincia e del settore e, soprattutto, avrebbe dovuto avviare un confronto con la Soprintendenza e con il direttore del Museo. Ecco perché riteniamo che tale titolazione sia caratterizzata da gravi vizi procedurali e che questa scelta risulti completamente decontestualizzata dalla nostra storia e dalla memoria civile della nostra provincia. Per questi motivi abbiamo presentato un’apposita interrogazione”.  

La deputata pentastellata mette in evidenza come già nel 2012 c’era stato un tentativo di intitolare questo museo al Pace “Un atto– spiega la Campo- che tuttavia fu ritirato con un decreto dirigenziale, a distanza di pochissimi giorni, proprio perché mancavano i presupposti storici che legassero il nome dell’archeologo comisano al Museo di Ragusa e perché la stessa Soprintendenza non era stata interpellata. Adesso, a distanza di dodici anni si commette lo stesso identico errore, tanto da non farci comprendere, al netto delle ragionevoli questioni ideologiche, perché al Pace non sia stato invece intitolato il Museo di Camarina, visto che fu quella la sede dei suoi più importanti studi e il luogo a cui lo stesso Pace risulta essere stato sempre fortemente legato, sia per avere partecipato alle attività di scavo negli anni Venti del secolo scorso, che per averci lasciato notevolissime testimonianze con pubblicazioni dedicate proprio a Camarina. Non vorremmo- conclude la deputata ragusana- che questa bandierina piantata oggi sul Museo servisse, oltre che per accontentare qualcuno, anche per coprire le mancanze dell’assessorato e di altri enti preposti. Ad oggi il Museo, infatti, risulta poco pubblicizzato, ancora nascosto su via Natalelli, mentre l’altra struttura regionale del Convento del Gesù, a Ragusa Ibla, è ancora succube di interminabili lavori.

Noi riteniamo che il modo per risolvere i problemi dei nostri poli museali non sia di certo quello di dare o cambiare un nome, semmai di renderli veramente attrattivi ai flussi turistici e innovativi per la prestigiosa offerta. Noi ci avevamo anche provato, riuscendo a strappare alla Regione un consistente contributo finalizzato all’acquisto dei locali della ex Standa, per la realizzazione di un importante accesso direttamente sulla centralissima Via Roma, ma a quanto pare tale sostegno economico sembra sia andato perduto per incapacità amministrativa”

Per Peppe Calabrese, segretario cittadino del Partito Democratico e Consigliere comunale di Ragusa. “La città, con il sindaco Cassì in testa, deve ribellarsi e far pervenire alla Giunta regionale e ai parlamentari di maggioranza la propria contrarietà. Comprendiamo (e non condividiamo, ovviamente) che l’on. Giorgio Assenza, da esponente comisano di Fratelli d’Italia, partito erede di quel nazionalismo nostalgico di cui Pace fu eminente interprete, possa essere fautore di questa idea. Dobbiamo rilevare, comunque, che per quanto ne sappiamo il territorio è stato tenuto all’oscuro di tutto l’iter procedurale “avviato all’inizio di questa legislatura”, come sottolinea lo stesso Assenza in una sua nota. Se a questa intenzione fosse stata data la giusta pubblicità, sono certo che le voci contrarie si sarebbero sentite!”

Per questa ragione Calabrese ha presentato un ordine del giorno che impegna l’amministrazione Cassì e il Consiglio comunale di Ragusa a prendere una posizione inequivocabile contro l’intitolazione proponendo, invece, l’intitolazione ad Antonino Di Vita, chiaramontano, con una specchiata carriera accademica, creatore del Museo Archeologico Ibleo di Ragusa

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