Flaminia Carbonaro, la ‘dottoressa artista’ che modella l’argilla e ci spiega i benefici dell’arteterapia

Per oltre trenta anni medico a Rovereto. Originaria di Modica, figlia del fotografo Giuseppe Carbonaro, ha anche creato il logo del Movimento Mamme di Modica

Si avvicina l’8 marzo, una giornata importante per le donne perché permette non tanto a loro, che lo sanno bene, ma soprattutto agli altri, di conoscere quanto sia stata complicata e quanto per certi versi lo sia ancora, la loro vita, ma anche e soprattutto quanto siano forti e determinate nell’affrontare i problemi.

Perché diciamocelo chiaramente le donne portano sulle spalle non solo il peso della loro esistenza ma spesso anche quello del mondo intero. In questi giorni a Ragusa si è tenuto un incontro molto interessante organizzato dall’associazione Crisalide a sostegno delle donne con tumore, sui molteplici linguaggi della riabilitazione.

In occasione di questo convegno abbiamo avuto la possibilità di incontrare la Dottoressa Flaminia Carbonaro, medico e scultrice, con cui abbiamo parlato di uno di questi metodi di riabilitazione soprattutto per aiutare le donne a riprogettare la loro vita dopo il tumore. Partendo dalla sua esperienza personale la dottoressa Carbonaro ci ha spiegato che cos’è l’arteterapia con l’argilla e la ceramica e quali sono i suoi benefici.

L’abbiamo incontrata a Modica, lei infatti pur vivendo ormai da tanto tempo a Rovereto, dove per 30 anni ha lavorato al centro di diabetologia nell’ospedale della città del Trentino, è nata e cresciuta qui dove è rimasta fino all’età di 18 anni, da mamma modicana e papà sciclitano. Poi è andata via per studiare medicina a Padova e da quel momento ha deciso di vivere in Trentino.

Nella foto la dottoressa da bambina con il padre nel suo studio di fotografo

Il luogo scelto per l’intervista non è causale, è la Biblioteca Comunale intitolata a Quasimodo con il quale la dottoressa ha un legame profondo “Quasimodo viveva al Nord, ma sognava il Sud. Una storia che sento mia“. Ma non è solo questo il motivo della scelta del luogo qui infatti c’è una stanza dedicata alla Biblioteca delle Donne.

All’ingresso della stanza c’è una scultura realizzata proprio dalla dottoressa che qualche anno fa ha tenuto una mostra organizzata dalla Consulta Femminile dal tema “Città Dominae” e che poi ha lasciato questo pezzo scultoreo in donazione alla biblioteca.  

E questa scultura rappresenta proprio un’immagine ricorrente della donna che porta la mano in testa come a voler sostenere il peso dei suoi pensieri. Questo infatti non è un momento facile per le donne, ma forse come dicevamo non lo è mai stato, e nelle sue sculture emerge chiaramente la sua vicinanza a questo mondo, la sua idea del femminile come accoglienza, protezione, forza ma anche sofferenza.

La dottoressa Flaminia ci racconta che per lei lavorare l’argilla è stato fondamentale per superare il proprio dolore. Ha perso infatti l’amato marito Franco quando lei aveva solo 32 anni e sua figlia Giulia solo 7 mesi. Poi quella che sembrava essere solo una terapia è diventata anche una passione.  

Quando ho scoperto gli effetti benefici della manipolazione dell’argilla non sono più riuscita a farne a meno– ci confida la dottoressa Flaminia- Tutto ebbe inizio quando incontrai lo scultore arcense Renato Ischia, nel 2005 e li iniziai a modellare l’argilla. Poi piano piano ho scoperto di avere anche talento e questo lo devo a mio padre che mi ha lasciato in eredità l’amore per l’arte, lui infatti dipingeva e scolpiva e questa passione mi ha salvata dal mio dolore ed è quello che mi piace trasmettere anche agli altri. Il senso di benessere che provo quando lavoro l’argilla è unico, perché è un materiale duttile che si lascia trasformare dalle nostre mani. È una tecnica adatta a tutte le età, non richiede nessuna particolare abilità, non bisogna pensare non ci riesco perché l’importante non è il risultato che si ottiene ma l’esperienza in se. Un’esperienza tattile intensa e potente perché stimola il tatto, che è il canale comunicativo primordiale, utilizzato dagli esseri viventi nei primi anni di vita e poi poco considerato, utile quindi ad esprimere le istanze più profonde”

La dottoressa ci spiega poi il legame tra l’essere medico e l’essere artista. Come dicevamo infatti è stata medico per quasi 30 anni, una vita passata accanto ai pazienti ma non è facile vivere accanto al dolore, anche se quando lo si prova da vicino poi lo si comprende meglio. “Per tutti è necessaria una valvola di sfogo, ancora di più per noi medici che stiamo sempre accanto a chi soffre. E siccome sono comunque sempre un medico a supporto delle mie parole ci sono anche degli studi scientifici che dimostrano che l’arte terapia con l’argilla migliora l’umore, la motivazione e la capacità di prendere decisioni. Ma non solo ci sono anche numerosi benefici sui bambini e i ragazzi malati di tumore. Insomma, bisogna provare per capire quello di cui stiamo parlando

Ricordiamo che la dottoressa Carbonaro ha creato il logo del Movimento Mamme di Modica ed è un membro attivo di questo gruppo di donne e sostiene le loro iniziative anche da lontano.

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