Rimuovere i ficus davanti la Chiesa di Gesù a Comiso è stata una scelta razionale e netta
In questi mesi a Comiso ha destato non poche polemiche la scelta dell’amministrazione comunale di Comiso di trapiantare in un altro luogo i due ficus a ridosso del prospetto dell’ex Chiesa di Gesù. La minoranza consiliare si è espressa più volte in merito alla questione gridando allo scempio.
Oggi alla nostra redazione ci scrive Michele Assenza, dottore agronomo e già consigliere comunale e assessore. In una lettera firmata al direttore sottolinea: “credo sia il caso di intervenire nel dibattito in merito alla recente scelta di trapiantare in altro sito i due Ficus che vegetavano a ridosso del prospetto principale dell’ex Chiesa del Gesù a Comiso. Ristabilendo con chiarezza i termini della questione”.
Il cuore della lettera
“Al Sindaco e alla Giunta Municipale in carica, anzitutto, – scrive Michele Assenza – va dato il merito di aver fatto una scelta netta, razionale, rinviata da troppo tempo e, diciamolo, che tutte le Amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi decenni avrebbero voluto prendere. Ora, peraltro, è stato il momento opportuno nell’ambito dei lavori di riqualificazione in corso di Via Degli Studi e altre del centro storico. Parliamoci chiaro, a tutti stanno a cuore gli alberi all’interno del centro abitato ma, quando è necessario, vanno spostati. E, francamente, non hanno certo titolo per ergersi a censori coloro che sono gli eredi politici di chi a suo tempo (Giugno 1992, Sindaco in carica Zago) aveva deciso il completo abbattimento degli alberi della villa comunale di Comiso (per fortuna, in parte, fermato grazie all’intervento della Procura della Repubblica di Ragusa a seguito di esposto dei G.R.E.- Gruppi Ricerca Ecologica di cui mi onoro di aver fatto parte). E, in proposito, è il caso di far notare qualcosa anche a chi aveva preso posizione per il mantenimento degli alberi spostando l’attenzione su valutazioni “architettoniche” e discorsi di “prospettiva”, di “contesto” mentre è necessario centrarla sulle motivazioni che giustificano tale scelta, in sintesi di tipo tecnico e di prevenzione in senso lato. A parte il fatto, quindi, che è a tutti evidente come sia stato valorizzato il magnifico prospetto frontale della Chiesa, è opportuno che si ricordi che i Ficus sono alberi assolutamente inadatti in ambiente urbano per essere piantati su marciapiedi e, tantomeno, a ridosso degli edifici. E, ancora, che fu un grande errore degli amministratori di sinistra di allora sceglierli per alberare Corso Vittorio Emanuele e, peggio, Viale della Resistenza. E’ a tutti noto che il loro potente apparato radicale si spinge in orizzontale, per metri e metri, ben lontano dalla proiezione della chioma, anche per esplorare il suolo alla ricerca di acqua. Basta chiedere a tutti i cittadini che, per qualche motivo, hanno fatto dei lavori di scavo davanti o all’interno delle proprie abitazioni in prossimità, appunto, dei Ficus. E basta chiedere agli operai, dipendenti comunali o privati, che hanno eseguito tali lavori. Ed è questa, anche senza essere esperti in materia, la memoria comune a proposito dei Ficus nel sito in questione le cui radici, sicuramente, hanno determinato danni – e, perciò, andavano eliminati – non solo all’ex Chiesa del Gesù ma anche agli edifici privati di via Degli Studi. E poi, appunto, basta farsi un giro lungo il Corso Vittorio Emanuele o in Viale della Resistenza per osservare con quale facilità venga sollevata dalle radici dei Ficus la pavimentazione dei marciapiedi”.
I motivi estetici
Inoltre nella lettera spiega anche i motivi per cui i ficus vengono scelti dal punto di vista estetico per il decoro urbano. Infatti spiega: “Dal punto di vista estetico, inoltre, tutti sanno che tali alberi vengono scelti per essere inseriti nelle vie cittadine perché si prestano ad assumere forme geometriche tondeggianti o parallepipede mediante ripetuti (e costosi) interventi di potatura; solo a queste condizioni si apprezzano appieno mentre, diversamente, quando ciò non è possibile e si eseguono solo interventi di potatura una volta l’anno, giocoforza, si fanno tagli severi – a volte vere capitozzature che riducono la chioma e i rami principali in maniera vistosa – per cui gli alberi, a parte brevi periodi in cui sono ben conformati, si presentano con forme pressocchè scheletriche o, viceversa, con chioma incontrollata e invadente ad altezza d’uomo”.
La lettera si chiude con un rammarico in merito alle scelte delle precedenti amministrazioni che a suo tempo scelsero questa tipologia di albero per dei siti poco adatti. Infatti scrive ancora l’agronomo Michele Assenza: “fu un gravissimo errore delle Amministrazioni comunali di allora aver scelto tali alberi, anche perché sono stati collocati in siti sbagliati. E’ arrivato il momento di cominciare a chiedersi se non sia il caso di rimediare a tale errore”.