Fine della lite, a Comiso, il 6 aprile festa per la Pagoda della Pace

Il monaco buddista Morishita è rimasto isolato per venti mesi

La Pagoda della pace di Comiso (Ragusa) avrà una strada di accesso.

Si chiude, dopo venti mesi, come riferisce l’Ansa, la querelle sorta attorno al tempio buddista di contrada Canicarao.

Qui, 25 anni fa, era sorta la pagoda realizzata dal monaco Gyosho Morishita. All’improvviso però i proprietari dell’unica strada di accesso, Salvatore Giannì e Valbona Kadiu, avevano deciso di vietare l’ingresso e avevano realizzato un cancello in ferro, chiuso con pesanti lucchetti. Morishita, che oggi ha 78 anni, era rimasto isolato in cima alla collina e poteva muoversi solo a piedi attraverso sentieri ripidissimi.

Dopo una lunga querelle giudiziaria, è stato deciso di realizzare una nuova strada di accesso, pagata sia dai proprietari sia dal comitato per la Pagoda della pace. Anche il Comune darà un contributo. La nuova strada sarà inaugurata il 6 aprile, alle 11.30. L’indomani alle 10, nella grande spianata antistante la pagoda, si terrà la tradizionale festa di primavera, con la presenza di alcuni monaci buddisti della Nipponzan Myohoji, l’organizzazione di cui fa parte Morishita.

Morishita vive a Comiso dal 1980. Da giovane monaco si unì alle proteste contro l’installazione dei missili cruise nella base Nato. Poi decise di realizzare la pagoda della pace. Poco distante è stato edificato un tempio buddista e un piccolo alloggio che lo ospita. Tre anni fa era stata chiesta per lui la cittadinanza italiana, ma la procedura si è arenata perché il Giappone non lo permette.

Gyosho Morishita, Nipponzan Myohoji, Salvatore Giannì, Valbona Kadiu

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