A rischio commissariamento 8 comuni iblei per non aver approvato il bilancio di previsione
Lo scorso 6 maggio la Regione Sicilia ha diramato l’elenco aggiornato degli enti locali (comuni e liberi consorzio) in regola e non con l’approvazione del bilancio di previsione.
Emerge una situazione preoccupante in quanto sono a rischio commissariamento tutte le amministrazioni che non hanno ancora approvato il bilancio di previsione. La regione siciliana ha già sollecitato gli enti locali a compiere opportune verifiche.
I comuni, liberi consorzi e città metropolitane siciliane sono inadempienti infatti non risultano depositati i bilanci di previsione 2024-2026.
L’assessorato, ovviamente, precisa che nel caso in cui sia arrivato il via libera, è necessario compiere la verifica circa l’esito della procedure di trasmissione dei documenti.
Dall’elenco diramato dall’Assessorato agli enti locali il documento di programmazione finanziaria risulta approvato per circa il 35% degli enti, in totale solo 143 amministrazioni. Un dato preoccupante e allarmante visto che oltre la metà delle amministrazioni è inadempiente.
Da canto suo l’assessorato ha già compiuto una proroga, anche se ha già provveduto a nominare i commissari e l’intervento regionale è imminente. Il bilancio di previsione, strumento attraverso cui l’ente programma le attività e i servizi da offrire ai cittadini nel triennio, è condizione essenziale al fine di poterne autorizzare le spese.
La situazione iblea preoccupa su 13 enti, solo 5 promossi
In provincia di Ragusa hanno ottenuto la promozione il Libero Consorzio, lo scorso 20 dicembre. Mentre i comuni virtuosi sono: Ragusa e Santa Croce Camerina, che hanno approvato il documento a dicembre 2023, a loro si aggiungono Vittoria (marzo 2024) e Scicli (aprile 2024).
Bollino rosso per il resto dei comuni iblei: Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso Almo e Pozzallo. Questi sono a rischio commissariamento, visto che sono inadempienti. Come mai tutto questo ritardo? Domanda lecita, a cui normali cittadini non sanno rispondere, ma quanti hanno il ruolo di amministratore sono in grado di rispondere.
Dunque, chi amministra è chiamato a correre ai ripari uno per evitare il commissariamento, che di certo non è una passeggiata, e due perché i cittadini meritano delle risposte certe.
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