I vescovi di Noto e Ragusa con due documenti ufficiali a sostegno della “Carta di Modica”

Continua ad incassare sostegni la futura Carta di Modica, un documento giornalistico, ideato e pensato dal basso, dai giornalisti iblei durante gli incontri di formazione e di aggiornamento.

Un gruppo di giornalisti è a lavoro da qualche mese a questo importante documento per il futuro del giornalismo nell’era del web 4.0 e dell’intelligenza artificiale.

Dopo l’importante sostegno espresso dal Sindaco di Modica, Maria Monisteri, dal Presidente del Consiglio Comunale, Maria Cristina Minardo e dall’Assessore all’Innovazione Digitale, Antonio Drago, anche i presuli delle Diocesi di Noto e Ragusa hanno espresso il loro apprezzamento per questo importante documento.

Il gruppo promotore della Carta di Modica, capitanato da Pippo Cascio e da Gianni Contino, direttore del Domani Ibleo, è a lavoro per raccogliere le idee e dare sempre più forma a questo documento. Certamente l’apporto di Mons. Salvatore Rumeo e di Mons. Giuseppe La Placa sarà di fondamentale importanza per dare una spinta maggiore a livello etico per quanto concerne il documento.

Il richiamo a Papa Francesco e al messaggio sull’intelligenza artificiale

In occasione della 58° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali Papa Francesco ha scritto un forte messaggio per riflettere intorno ad argomenti di grande spessore come quello dell’intelligenza artificiale, messaggio ripreso anche dai Vescovi di Ragusa e Noto nelle loro lettere inviate al gruppo promotore.

“La nascente carta di Modica – afferma Mons. Salvatore Rumeo – è un importante documento giornalistico che va sostenuto con tenacia e premura pastorale affinché il giornalismo abbia un futuro nell’era del web e dell’intelligenza artificiale.” Aggiunge ancora “Papa Francesco, nel suo messaggio per la 58° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, ci ricorda come l’intelligenza artificiale “sta modificando in modo radicale anche l’informazione e la comunicazione e, attraverso di essa, alcune basi della convivenza civile”.

“Questo documento – dichiara Mons. Giuseppe La Placa – infatti, potrà essere un punto di riferimento concreto e credibile, un faro capace di illuminare l’esercito di una professione – quella giornalistica – la quale, oggi più che mai, postula il possesso e la condivisione di valori solidi e uno sforzo notevole nel discernimento in rapporto alle notizie da pubblicare”.

I presuli di Ragusa e Noto riprendono la citazione di Romano Guardini, inserita da Papa Francesco nel suo messaggio annuale, in cui si invita a non irrigidirsi di fronte alle novità perché si vuole conservare un mondo condannato a sparire.

Il sostegno e la premura pastorale di Mons. Rumeo e Mons. La Placa

I due presuli hanno da subito sposato l’idea di far nascere un documento che porti il nome di Modica, un documento dal basso e hanno espresso vivamente la loro cura pastorale.

“Come pastore della Chiesa di Noto condivido e incoraggio questa splendida iniziativa perché credo che la Carta di Modica possa dare un aiuto in più ai giornalisti che ogni giorno devono fare informazione al servizio dei cittadini. La carta, infatti, vuole rispondere a un problema partendo dall’uomo, oggi l’informazione è un bene comune prezioso da preservare, è un’attesa della povera gente per questo è necessario regolamentare deontologicamente il giornalismo digitale.” spiega mons. Salvatore Rumeo.

“Molto volentieri, sia come Vescovo di Ragusa che come giornalista, che accolgo l’idea della Carta di Modica e il progetto che, in vista della sua elaborazione, si sta sviluppando. La missione dei giornalisti deve essere a favore della collettività e del bene comune. La presenza di nuove modalità di comunicazione, il vorticoso sviluppo di risorse e tecnologie sempre più pervasive non deve lasciarci bloccati dalla paura.” aggiunge mons. Giuseppe La Placa.

Una carta faro nel pluralismo dell’informazione

A conclusione dei loro messaggi di sostegno i presuli di Ragusa e Noto hanno evidenziato unanimemente come questo nascente documento potrà essere un faro nel pluralismo dell’informazione.

“Credo che nello scenario drammatico di vulnerabilità che sta attraversando l’intera umanità, risulta quanto mai indispensabile l’affermarsi di una comunicazione non lesiva ma fattivamente costruttiva. Questa Carta di Modica sarà una novità deontologica per i giornalisti e per quanti ogni giorno usufruiamo dell’informazione” conclude mons. Salvatore Rumeo.

A lui fa eco mons. Giuseppe La Placa che chiudendo il suo messaggio afferma: “Ben venga, quindi, lo sforzo dei giornalisti iblei di protare avanti questo documento, il quale, una volta giunto a compimento, sarà senz’altro una bussola orientative innovativa. Ne va di mezzo lo stesso benessere dell’informazione e, non da ultima, la considerazione e il rispetto della professione giornalistica, oggi spesso sottovalutata e sminuita a causa della presenza bulimia del web”.

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