Il tartufo siciliano punto di forza per il territorio di Chiaramonte Gulfi

Successo della Prima Fiera dedicata all’oro nero

Si è conclusa con successo ieri sera la prima fiera del mercato sul Tartufo Siciliano che si è tenuta a Chiaramonte Gulfi sabato e domenica.

Due giorni dedicati alla valorizzazione del prodotto definito l’oro nero di Sicilia, che ha visto oltre a momenti di intrattenimento e degustazione curati dall’Istituto professionale Principi Grimaldi, anche un momento di riflessione sulle potenziali del prodotto che merita di essere valorizzato sempre di più.

Il convegno che si è tenuto ieri pomeriggio nella Sala Sciascia ha visto la presenza dei rappresentanti delle istituzioni, addetti ai lavori, esponenti delle associazioni micologiche e semplici appassionati si sono dati appuntamento per definire la cornice delle ragioni di un evento che, tra l’altro, trova fondamento in un’apposita norma della Regione, la 35/2020, di cui è stato primo firmatario l’on. Nello Dipasquale, presente alla fase di confronto.

Aperta dal sindaco Mario Cutello che ha parlato di un momento epocale soprattutto se si considerano le potenzialità che il tartufo siciliano, in grado di maturare, in alcune varietà, anche sui Monti iblei, può sviluppare sempre di più. L’on. Dipasquale, nel ripercorrere l’iter dell’intervento normativo che lo ha visto protagonista, ha ricordato che manca ancora una firma alla Regione per garantire pieno vigore al regolamento attuativo, ponendo l’accento, poi, sulle grandi possibilità di sviluppo che possono arrivare da questo settore.

Aspetto su cui ha concordato il presidente del Consorzio Chiaramonte, Francesco Scollo, che, in uno all’istituto alberghiero Principi Grimaldi di Modica sezione di Chiaramonte, diretto dal dirigente scolastico Bartolomeo Saitta, si è occupato di gestire con la massima attenzione gli aspetti legati alla degustazione di prodotti locali insaporiti con tartufi.

Di grande spessore tecnico l’intervento dei relatori con il presidente dell’Amit, Carmelo Arturo Buccheri, che ha tracciato una fotografia sulla tartuficoltura in Sicilia mentre Giuseppe Guzzetta, presidente dell’associazione Giuseppe Inzenga, si è soffermato in particolare sulle caratteristiche del ruolo delle associazioni micologiche.

Molto interessante la testimonianza del cavatore locale, Giovanni Miceli, che ha illustrato quali possono essere i primi passi da compiere per chi vuole scommettersi in questa esperienza mentre il giornalista Alberto Cicero ha parlato del fatto che la Sicilia diventerà nel 2025 regione europea della gastronomia, un’occasione, dunque, da non lasciarsi sfuggire a maggior ragione se si parla di tartufo isolano.

Molto dettagliato anche l’intervento del funzionario dell’assessorato regionale per l’Agricoltura Giuseppe Papia che ha illustrato quali potrebbero essere le prospettive di sviluppo per le imprese regionali che si occupano di questo settore mentre hanno portato al pubblico una propria testimonianza i micologi Santo Scandurra, Vita Maria Rotolo e Salvatore Alì i quali si sono preoccupati anche di mettere in evidenza la necessità, da parte dei cavatori, di salvaguardare l’ambiente in cui si opera, anche in raccordo con i cani che si occupano della cerca di tartufi, come il Lagotto romagnolo.

Aspetto su cui è tornato anche Tullio Serges, dirigente dell’Azienda foreste demaniali, in provincia di Ragusa, mentre ricca di spunti e dettagli è stata la relazione di Angelo Bincoletto, micologo e membro del comitato scientifico nazionale Amb, insomma, una vera e propria autorità del settore come non è stato mancato di rilevare. A concludere ci ha pensato ancora una volta il sindaco che ha espresso soddisfazione per il fatto che tutti i nodi riguardanti un percorso molto arduo stanno tutti venendo al pettine, con soddisfazione per chi punta sulle eccellenze enogastronomiche per creare ulteriori occasioni di sviluppo del territorio.

La giornata si è poi conclusa con l’intervento in piazza del commissario straordinario del Libero consorzio comunale, Patrizia Valenti, che ha dato il via al percorso degustativo che ha molto coinvolto tutti i visitatori che, tra ieri e oggi, hanno dato un’anima a questa intuizione della prima fiera mercato affinché il tartufo siciliano continui sempre più la propria marcia di affrancamento dall’anonimato per proporsi con adeguata attenzione ai mercati locali e non solo.

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