Omicidio Peppe Ottaviano: le indagini e la speranza che non diventi un altro caso irrisolto

Sono trascorsi 22 giorni dall’omicidio di Peppe Ottaviano, il 40enne di Scicli ucciso la notte tra l’11 e il 12 maggio scorso nella casa di via Manenti dove viveva insieme alla madre.

Da quel giorno sono stati ascoltati numerosi amici e conoscenti dell’uomo, sono state avviate indagini sul luogo dell’omicidio, ma al momento ancora nulla di concreto. Ad oggi non vi è nessun iscritto sul registro degli indagati e non si conoscono ancora gli esiti dei rilievi effettuati dai militari del RIS.

I Carabinieri hanno visionato le immagini degli impianti di videosorveglianza della zona del centro storico, ma di fatto non si hanno ancora elementi concreti. La speranza è che dal lavoro degli investigatori, che hanno repertato decine di tracce di sangue, saliva, rossetto, vengano fuori le identità delle persone che si trovavano con lui a casa quella maledetta sera.

La stessa speranza che si nutriva dalle risultanze del lavoro del Ris di Messina per un altro omicidio, mai risolto, avvenuto nella vicina Modica il 10 novembre del 2019, quando fu ritrovato senza vita, anche lui nella sua camera da letto, massacrato di botte, il 57enne Peppe Lucifora. Nonostante i tanti elementi raccolti in quella circostanza, ed un presunto responsabile, poi assolto con formula piena, quella morte è rimasta un giallo insoluto.

Così come insoluto è rimasto un altro omicidio, questa volta nel dicembre del 2022 ad Ispica. Quello del pensionato Giuseppe Barone, 79 anni, ispicese, trovato morto in maniera violenta nella sua camera da letto il giorno di Santo Stefano in contrada Murgio. Anche in quel caso intervennero i RIS ed i carabinieri del Nucleo Investigativo provinciale, ma la morte è per sempre rimasta avvolta nel mistero.

Purtroppo, e a dirlo sono le statistiche, nonostante lo sviluppo delle tecniche investigative il numero dei casi insoluti non è migliorato negli ultimi decenni. La percentuale di casi irrisolti, anche a livello nazionale, non è scesa. Il DNA o la rilevazione delle impronte sono importanti, ma resta decisivo il fiuto ed il tempismo degli investigatori, il saper condurre gli interrogatori e il saper lavorare in squadra. 

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