Propensione al risparmio, provincia di Ragusa ultima in Italia

La provincia di Ragusa è ultima in Italia per propensione al risparmio. Ma ciò è dovuto a una serie di fattori: l’aggravio di costi dovuto all’insularità, le minori entrate e il fatto che gli stipendi non sono equiparati a quelli di altre zone d’Italia.

E’ la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, a commentare i dati della classifica sulla propensione al risparmio stilata dal centro studi Guglielmo Tagliacarne.

“Nessuno parla di questi indicatori – afferma la segretaria – che dipingono il territorio ibleo come quello che fa più fatica ad accantonare un piccolo gruzzoletto per il futuro. Ma il problema è naturalmente molto più complesso. E affonda le radici in un’assenza di strategie per la crescita economica che di fatto impedisce alla popolazione di questo territorio di programmare il futuro con la giusta oculatezza, determinando tra l’altro, così dicono i dati, una maggiore propensione al consumo, in particolare di beni primari. Ecco perché stiamo parlando di una crescita economica ancora insufficiente e non omogenea, che taglia fuori larghe fasce di popolazione, con un persistente squilibrio territoriale tra Nord e Sud e una bassa natalità. E quello che sta accadendo in provincia di Ragusa lo testimonia”. Ma allora che fare? Qual è la ricetta della Cisl?

“Non servono nuove leggi calate dall’alto – continua Carasi sposando in pieno quelle che sono le indicazioni dei vertici nazionali del sindacato – Per fare crescere il Paese bisognerebbe costruire le condizioni di un patto tra governo e parti sociali con l’obiettivo di aumentare salari e produttività, ridurre fortemente la tassazione su lavoro e pensioni, rinnovare tutti i contratti, favorire gli investimenti pubblici e privati, velocizzare l’attuazione del Pnrr, investire molto di più su capitale umano, formazione delle nuove competenze, innovazione, sanità, scuola. Da tempo, anche per la provincia di Ragusa, proprio perché i segnali procedevano lungo la direzione che adesso l’istituto Tagliacarne ha certificato, chiediamo la stipula di un patto che sarebbe dovuto partire da un grande accordo locale sul tema salute e sicurezza, verificando quelli che avrebbero potuto essere i protocolli da attuare sulle verifiche e sui controlli, anche e soprattutto per quanto concerne la prevenzione e formazione nei luoghi di lavoro e nella scuola. La politica dovrebbe favorire responsabilmente ed unitariamente le condizioni di una rinnovata concertazione per il bene del territorio e dei più deboli. Come Cisl continueremo a fare sentire la nostra voce sapendo che l’attenzione su queste tematiche non può scemare”.

Istituto Tagliacarne, Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi

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