Sfumato al momento l’assessorato per Abbate. Ma impazza la grande attrazione per Forza Italia

Si allontana la prospettiva di ottenere un posto in Giunta regionale per l’on. Ignazio Abbate esponente della Dc di Totò Cuffaro.

La lettura accurata e le interpretazioni del voto, da parte dei partiti della maggioranza di governo, stanno creando non poche tensioni che dall’indomani della consultazione europea sembravano scontate, ma che con il passare dei giorni, sembrano, invece, rendere il quadro più complicato.

E sono proprio i risultati delle elezioni che, in sostanza, hanno finito per disegnare nuovi rapporti di forza tra i partiti e all’interno degli stessi. Queste dinamiche, alla fine, finiscono per condizionare le scelte, rivedere accordi e promesse e a ridisegnare le prospettive politiche.

Nel caso dell’on. Ignazio Abbate, come scrivono anche autorevoli giornali siciliani, sembra che al leader del partito, Totò Cuffaro, non sia piaciuto molto, il risultato ottenuto da Abbate, in provincia e a Modica per il candidato assegnato, un tale Dell’Utri,  che doveva fare risultato a prescindere, primo nelle preferenze, insomma davanti a tutti. Così non è stato, perché il miglior risultato in provincia di Ragusa e a Modica, l’ha avuto Edy Tamajo, di Forza Italia, assessore regionale  e sostenuto a spada tratta da Renato Schifani.

Questioni di equilibrio, opportunità, o situazione sfuggita di mano, fatto sta che, i trionfalismi spiattellati da Abbate, non sono piaciuti al suo capo. Sarà vero? E’ questa la narrazione e sono questi i motivi con tanto di retroscena che al momento, hanno escluso dalla corsa ad un “posto in Giunta” all’on. Ignazio Abbate?

D’altronde a Totò Cuffaro, della geografia politica siciliana, interessa altro ed altre aree, in particolare: la provincia di Agrigento e forse quella di Palermo; quella di Ragusa è marginale, con pochi elementi di spicco. Totò Cuffaro, è noto,  deve prepararsi il collegio elettorale per il Senato (dove vuole ritornare) e l’area naturale per raggiungere questo obiettivo è la provincia di Agrigento. Ed è proprio su quell’aria che l’esponete della Democrazia Cristiana vuole puntare ed investire. Detto in soldoni:  un futuro assessore, della Democrazia Cristiana, se mai ci sarà, verrà designato dalla Valle dei Templi, con Raffadali baricentro di tutte le operazioni.

Ora non sappiamo se tutto ciò è stato capito anzitempo da Ignazio Abbate, spostando le sue attenzioni sull’esponente di Forza Italia, Tamajo, magari con la promessa che, ove fosse stato eletto, si sarebbe dimesso, lasciando il posto di assessore, proprio ad Abbate.

Un fatto, comunque sembra certo. L’intraprendenza di Abbate, che forse sta capendo che essere presidente della Prima Commissione, non paga, basta vedere, gli insuccessi collezionati ( reintroduzione  e riforma delle Province, la vicenda squallida dei Commisari delle Asp, tanto per citarne alcune), lo fa guardare oltre e, come aspirazione personale a fare un salto in avanti, proprio nel momento in cui si parla di rimpasto, necessario e scontato della Giunta Schifani. Il momento è giusto, ma, forse, è il partito in cui milita che è sbagliato.

Proprio in questi giorni si rincorrono, infatti molte voci, per la verità, né confermate, né smentite, secondo le quali il deputato di Modica, mediterebbe un passaggio, armi e bagagli, nel partito di Forza Italia.

Anzi esponenti autorevoli, sostengono che sia partito, addirittura, un invito ufficiale  dai vertici regionali (Schifani & Co) di adesione al partito di Berlusconi, unica strada per giocarsi la carta di un assessorato in quota Forza Italia. Ma se è per questo, anche altri, esponenti della provincia, ex proprio Forza Italia, stanno meditando di ritornare all’ovile, dopo il successo strepitoso ottenuto in Regione in occasione delle Europee del partito di Berlusconi.

Questo ritorno alle origini politiche non sfiora solo il sindaco di Ispica, Innocenzo Leontini e, addirittura,  alcuni retroscena danno in “meditazione” anche l’on. Nello Dipasquale, oramai stanco di fare opposizione in un partito che si è indebolito e non ha prospettive, al momento, di ritornare al governo della Regione, come ai tempi di Crocetta.

A “meditare”, a quanto si dice, – ma non ci sono, sempre, conferme- , è anche il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, che invece sarebbe più propenso a rinsaldare il dialogo, avviato qualche mese fa con gli autonomisti di Raffaele Lombardo.

Insomma, il post voto è più caldo del previsto e potrebbero arrivare grosse novità su tutti i fronti. Staremo a vedere.

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