Diga di Santa Rosalia ai minimi storici: speriamo piova, governo ladro!

La diga di Santa Rosalia realizzata circa 50 anni fa, con una capacità di 20 milioni di metri cubi di acqua oggi ne contiene meno di 12 milioni, mai così pochi. Anche in provincia di Ragusa la situazione legata alla siccità è drammatica.

Analizzando i dati diffusi dal dipartimento regionale dell’autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia e mettendoli a confronto con quelli dello scorso anno ci si rende conto di cosa stiamo parlando.

Nell’invaso ubicato tra Ragusa e Giarratana ad aprile c’erano 13,02 metri cubi di acqua, a maggio 12,38, a maggio dello scorso anno 19,80. I dati evidenziano la drammaticità della situazione che preoccupa l’agricoltura iblea.

La diga di Santa Rosalia che fornisce l’acqua ad uso irriguo rischia di rimanere completamente a secco e con l’estate ormai alle porte e le precipitazioni inesistenti, le aziende agricole sono sempre più allarmate.

Secondo gli esperti fino ad ora si tratta di una fase siccitosa di medio periodo, che rischia di prolungarsi ulteriormente se non arriveranno le piogge entro il prossimo inverno.

E anche se siamo ancora un po’ lontani dalla siccità che caratterizzò la fine degli anni 90 e i primi due anni del 2000, quando la Sicilia rimase completamente a secco, da un punto di vista di siccità agrometeorologica siamo molto vicini.

Intanto lunedì il governo regionale ha stabilito di chiedere all’Unione europea e al ministero della Sovranità agricola, alimentare e forestale di riconoscere le circostanze eccezionali a tutto il territorio della Sicilia.

La proposta del presidente della Regione, Renato Schifani, è stata approvata nella seduta di Giunta sulla base di una documentazione che evidenzia la riduzione delle risorse idriche negli invasi e un contesto generale che pone la Sicilia in “zona rossa” per carenza di acqua al pari di Marocco e Algeria.

Per il comparto agricolo e zootecnico quest’anno si stima una perdita pari in media al 50% della produzione nello scenario di “improbabili precipitazioni estive” e del 75% se queste non dovessero verificarsi.

Il riconoscimento della condizione di forza maggiore e di circostanze eccezionali dal primo luglio 2023 a maggio 2024 consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di deroghe in alcuni ambiti della Politica agricola comune, che permetterebbero di non applicare determinati vincoli a pascoli e terreni, continuare a godere di aiuti, rinviare pagamenti, sanzioni e oneri.

In questo scenario apocalittico l’on. Ignazio Abbate ieri ha fatto sapere anche che si è riunita la Commissione Bilancio per approvare alcuni emendamenti al DDL del Presidente Schifani a sostegno dell’agricoltura, firmatari on. Abbate, on. Pace e altri componenti della maggioranza della Commissione. Gli emendamenti contengono delle misure pensate ad hoc per venire incontro alle aziende agricole e lenire le loro sofferenze.

Certo è che i bisogni delle aziende non hanno gli stessi tempi della politica e allora non ci resta che sperare che piova, governo ladro!

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