“Comunità Energetica Rinnovabile”a Ibla: ecco perchè il Comune sta sbagliando

Nei giorni scorsi il Consiglio Comunale di Ragusa ha approvato il contratto di concessione della superficie per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da stipulare con la Comunità Energetica Rinnovabile denominata “CER IBLA”.

Con l’approvazione in Consiglio è stata concessa per 20 anni la copertura della Palestra comunale Pappalardo di via Aldo Moro, che ha una area di circa 900 mq.

Sono 13 i privati che hanno aderito e che beneficeranno dell’energia prodotta. Il costo del diritto di superficie è stimato in € 450 l’anno, con possibilità di revisione periodica: una cifra volutamente bassa proprio per garantire risparmio ai cittadini e stimolare la nascita di altre Cer.

Queste condizioni però non sono piaciute al Partito Democratico che invita il Comune di Ragusa a ragionare bene e meglio.

 “La prima Comunità Energetica Rinnovabile di Ragusa non parte col piede giusto: con un affitto mensile inferiore ai 3 euro a testa per 20 anni, il Comune di Ragusa ha di fatto rinunciato a 900mq di lastrico solare che avrebbe potuto utilizzare per ridurre i propri costi sui canoni elettrici, decidendo di avvantaggiare 13 famiglie di Ragusa Ibla”.

Così il consigliere comunale Peppe Calabrese, segretario cittadino del Partito Democratico, che aggiunge: “Sia ben chiaro, non siamo contrari all’idea che dei cittadini decidano di costituire una società con lo scopo di produrre e consumare energia pulita, ma abbiamo numerosi dubbi su come il Comune partecipi a questi progetti. Su quell’edificio saranno installati pannelli fotovoltaici che in vent’anni produrranno energia elettrica per circa 1 milione di euro e, nello stesso periodo, il Comune riceverà solo 9mila euro, meno dell’1%.

Come Partito Democratico avevamo proposto di adeguare il canone al 10% del ricavato ottenuto con la rivendita al gestore della corrente elettrica prodotta. L’amministrazione non ha voluto sentire ragioni e ha scelto di avvantaggiare 13 famiglie sottraendo un bene della collettività a un utilizzo pubblico.

Sono passati, invece – dice ancora Calabrese – altri due emendamenti presentati da noi del PD che costringono la CER ad avere due fideiussioni, una per risarcire eventuali danni al tetto della palestra qualora si verificassero (per esempio per infiltrazioni a seguito dell’installazione) e la società di cittadini non procedesse alle necessarie riparazioni e una che riguarda i costi di smaltimento dell’impianto quando, al termine della locazione, la CER non dovesse occuparsi di smaltire i rifiuti così come previsto dal contratto”.

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