Appello dei parrocchiani di Ibla per non far trasferire don Pietro Floridia: le voci corrono
In questi mesi la parrocchia di San Giorgio Martire a Ragusa Ibla è stata al centro di diverse vicissitudini per rendere giustizia alla città e ai loro patroni.
Qualche mese fa la giustizia ha trionfato, infatti il Dicastero per il Culto Divino ha prodotto il tanto atteso decreto secondo cui anche San Giorgio viene proclamato patrono Aeque Principalis della città. Una strada lunga, sofferta e piena di angherie e calunnie di ogni genere.
Una promozione o una rimozione?
In una nota spiegano i parrocchiani di Ibla: “In tutto questo doloroso percorso abbiamo constatato il grave, feroce, calunnioso e impietoso attacco al nostro parroco don Pietro Floridia che, solo perché egli si è permesso di appoggiare la nostra causa, di difendere la verità e ricercare la giustizia, è stato oggetto di ingiurie e calunnie di ogni genere”.
Da quanto trapela ora sembra che sia arrivato il momento della resa dei conti per padre Floridia, reo di avere condiviso la nostra iniziativa della ricerca di giustizia e verità per San Giorgio e per la città.
I parrocchiani di Ragusa Ibla spiegano sempre nella nota inviata agli organi di stampa che “corre voce infatti della volontà da parte delle autorità curiali della Diocesi che quanto prima egli sarà trasferito ad altra parrocchia e in questo, sembra, si adduca il motivo che da oltre 35 anni si trova a guidare San Giorgio”.
Un trasferimento dovuto agli oltre 35 anni di servizio a Ibla?
Il paventato trasferimento, sarebbe dunque giustificato dagli anni di servizio presso la Chiesa di San Giorgio, cosa che per i parrocchiani è solo una scusa.
Infatti scrivono “ci chiediamo se sarà una promozione o un declassamento (tecniche ambedue utilizzate per “eliminare” persone scomode, che hanno dato fastidio o quando si vuole togliere un impaccio). In realtà pensiamo che qualcuno in Curia abbia mal digerito che padre Floridia abbia condiviso con noi la ricerca della verità e della giustizia, da certi, tanto predicata dai pulpiti. Se il premio per un sacerdote che ha testimoniato e lottato per la verità e la giustizia consiste nell’impietoso trasferimento da una comunità che lo vuole tanto bene, soprattutto ormai a pochi anni dalla pensione, la chiesa non ci fa una bella figura. Si presenta contradditoria perché, da un lato, dal pulpito, predica la giustizia e la testimonianza alla verità, dall’altro esercita una “ritorsione” nei confronti di chi si è impegnato e ha testimoniato questi valori”.
Senza dubbio le parole e i toni dei parrocchiani non fanno presagire nulla di buono, perché non sono disposti a perdere la loro guida e il loro punto di riferimento. Anche se attenzione dalla Curia ancora non trapela nulla circa i possibili trasferimenti.
Don Floridia una guida e un sostegno per Ibla
Nella nota inoltre i parrocchiani si spingono a equiparare il processo subito da Gesù davanti a Ponzio Pilato, allo stesso che sta subendo Padre Floridia solo perché ha difeso e ricercato la verità per la città in merito alla questione dei due santi Patroni.
“Purtroppo, viviamo un tempo che non sopporta identità, storia, tradizione, che vuole una fede liquida, e che concepisce la libertà a prescindere dalla norma morale. C’è bisogno di esempi, di coraggio evangelico e padre Floridia ne ha tanto. Un coraggio che non si pieghi agli slogan del tempo ma che sia fedele alla verità che, in Gesù, illumina tutto l’uomo, anche la sua ragione. Abbiamo bisogno (soprattutto i giovani ne hanno bisogno) di riscoprire il dono e l’umile fierezza di essere Cristiani, ricordando che il vero modo di “stare nel mondo” è non “essere del mondo”. I giovani, i nostri giovani che cercano e hanno il fiuto di ciò che vale per spendere la vita e che non possono e non debbono essere scandalizzati da certi atteggiamenti impietosi contro chi testimonia e lotta per la verità. Ne ha bisogno il nostro mondo che si sta accartocciando tristemente su se stesso credendo di progredire” aggiungono i parrocchiani all’unisono.
Ancora solo voci dalla Curia non si sa nulla
Attenzione, i parrocchiani non sono per nulla stanchi di don Pietro Paolo Floridia, definito da loro sacerdote e uomo dalla fede incrollabile, un vero pastore per la comunità di San Giorgio.
Infine “Anche se siamo pienamente consapevoli che niente è per sempre, ci chiediamo: perché oramai a pochi anni dal compimento del 75° anno di età egli debba essere trasferito dopo una vita che si trova a San Giorgio? Perché questo trauma e questa “violenza” per lui e per la comunità che tanto lo vuole bene? Perché questo impietoso trasferimento guarda caso dopo la questione del patronato di San Giorgio sulla città di Ragusa?” si domandano i parrocchiani.
La risposta certamente arriverà e qualcosa in Curia si sta muovendo anche perché si è in un periodo in cui per tradizione si rimodulano gli incarichi pastorali in vista del nuovo anno.
“Ci auguriamo che le voci della rimozione di padre Floridia da San Giorgio siano e rimangano solo voci altrimenti non sarebbe credibile la “scusa” dei 35 anni o la “necessità” altrove e si aprirebbe la strada alla verosimile ipotesi della punizione, cosa che non darebbe lustro alla Chiesa locale” concludono i parrocchiani.