Dall’Ars niente fondi alle Misericordie: duro colpo al volontariato siciliano
La politica regionale ha perso l’occasione per aiutare concretamente il volontariato siciliano. Ma i bisogni della gente non possono aspettare!
L’Esecutivo della Federazione Regionale delle Misericordie Siciliane esprime tutto il proprio disappunto e la propria delusione per la bocciatura da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana, nella seduta dello scorso 30 luglio, dell’emendamento alla manovra di bilancio con il quale venivano destinati fondi a quelle realtà associative, ivi comprese le Misericordie che, escluse dal servizio civile nazionale, sono costrette a limitare i propri servizi in favore delle persone fragili e di territori disagiati.
Sulla vicenda interviene il presidente Santi Mondello, Governatore della Fraternità di Misericordia di San Piero Patti e responsabile per la Sicilia della Federazione delle Misericordie, che dichiara: “Eppure, in ogni circostanza, i nostri deputati hanno manifestato vicinanza al Terzo Settore, impegnandosi a profondere ogni energia per sostenerne le finalità e le attività.
Invece, il volontariato è stato bistrattato, mortificato e deriso ed è stato inferto un duro colpo a Misericordie, ANPAS, Salesiani e altre associazioni che vedono aumentate le loro difficoltà per servire meglio le persone sole, ammalati, anziani e bambini.
Spiace anche aver assistito ad una discussione in Aula che ha ridotto l’emendamento, tanto atteso da migliaia di volontari e da centinaia di associazioni siciliane, ai soli oratori.
I nostri deputati devono sapere che dietro quell’emendamento, inopinatamente bocciato, c’è molto ma molto di più.
Ci sono il sudore, il sacrificio, la fatica, la tenacia di donne e uomini che quotidianamente mettono a disposizione il loro tempo e la loro stessa persona per rendere migliore la nostra società.
Con il voto contrario dell’Ars è stato inferto un duro colpo, peraltro immeritato e inaspettato, a tutto il volontariato siciliano e, con esso, ai tanti siciliani che ogni giorno usufruiscono dei nostri servizi.
Peccato!”
La speranza è che la politica regionale possa ritrovare, in fretta e senza indugio, quell’orgoglio che è proprio dei siciliani i quali, di fronte ai bisogni reali, non si sono mai tirati indietro.
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