Partita Modica Calcio – Città di Gela dello scorso 3 marzo, 25 Daspo per tifosi gelesi
Venticinque tifosi del Città di Gela sono stati raggiunti dal provvedimento di Daspo (quattro per 5 anni con obbligo di presentazione al Commissariato di Gela nei giorni in cui la squadra nissena sarà impegnata nelle gare ufficiali i rimanenti 23 per 1 anno).
I provvedimenti sono scattati a seguito di controlli e successive indagine scattate dopo i controlli effettuati lo scorso 3 marzo prima del match del campionato di Eccellenza girone B che si è disputato al “Vincenzo Barone” di Modica, tra la formazione di casa e il Città di Gela.
Già al termine della partita erano stati tratti in arresto due appartenenti alla tifoseria del Modica calcio ed altrettanti ultras del Gela, rispettivamente per possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere e per lancio di petardi e utilizzo di fumogeni.
Prima dell’inizio dell’incontro, all’interno dell’area di prefiltraggio appositamente individuata per il concentramento dei sostenitori gelesi che arrivavano nella città della Contea per assistere alla partita molto sentita dalle due tifoserie, venivano predisposti accurati servizi di controllo dei veicoli con a bordo i tifosi in transito finalizzati a prevenire l’intrusione di oggetti atti ad offendere all’interno dello stadio.
A seguito dei controlli effettuati sui veicoli occupati dai tifosi gelesi, venivano rinvenuti oltre 20 tubi in Pvc con lunghezza tra i 90 e 110 centimetri, non flessibili e idonei ad arrecare offesa, numerosi fumogeni e petardi, che venivano immediatamente sottratti dalla disponibilità dei possessori al fine di scongiurare un loro possibile utilizzo nell’ambito della manifestazione sportiva ove i tifosi si stavano recando, con potenziali gravi conseguenze per l’ordine e la sicurezza pubblica
La complessa attività informativa ed investigativa a cura del dirigente del Commissariato di Ps di Modica Lorenzo Cariola e dei suoi collaboratori nonché la correlata e successiva istruttoria della Divisione Polizia Anticrimine alla guida del capo divisione Rosario Amarù hanno consentito l’adozione di misure di prevenzione personali da parte del questore, autorità provinciale di pubblica sicurezza.
I provvedimenti sono stati resi possibili anche grazie all’analisi delle immagini da parte della polizia scientifica e applicando al caso concreto le norme previste dal diritto prevenzionale,
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