La gestione del Castello di Donnafugata diventa il grande enigma dell’estate ragusana

“C’è un enigma, grande quanto lo stesso antico maniero, contenuto nelle carte della possibile cessione della gestione del Castello di Donnafugata e di Palazzo Zacco a soggetti privati”.

Sulla questione, che sembra essere diventata il tormentone dell’estate iblea, intervengono nuovamente la deputata regionale del M5S Stefania Campo ed il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia Ragusa.

“Il dirigente del Settore XII nella sua Proposta di deliberazione n. 317 del 23 luglio scorso fa un’affermazione che ci lascia di stucco, dichiara la Campo: “Preso atto che con nota acquisita al Prot. N. 91007 del 30 luglio 2024, di Logos Società Cooperativa e di Civita Sicilia …”. Cioè in una nota del 23 luglio – spiega Campo – viene espressamente citata la presa d’atto di una proposta dei privati che invece è stata protocollata al Comune il 30 luglio, e quindi dopo ben 7 giorni.

Ovviamente, si aspettano spiegazioni ufficiali, ma in via preventiva il M5S annuncia un esposto perché già in questa prima fase, dalle carte, emergono incongruenze che consolidano alcuni interrogativi. L’Amministrazione comunale ha già da tempo interlocuzioni informali con i soggetti proponenti tali da avvantaggiarli sia nella proposta elaborata che nella tempistica? Perché se così fosse ciò non lascerebbe tante opportunità ad altri possibili gestori interessati. La Campo si domanda inoltre se la Soprintendenza sia stata contattata e se è già a conoscenza del fatto che l’Amministrazione Cassì stia acquisendo proposte per esternalizzare la gestione di più beni tutelati. Gli altri dubbi riguardano la natura economica della proposta, in particolare ci chiediamo come sia stato possibile considerare economicamente ricevibile un’offerta che chiede un affidamento di addirittura dieci anni, rinnovabili per altri dieci e che tutte le spese di manutenzione straordinaria restano in capo al Comune di Ragusa.

E, poi, questi privati offrono alla nostra Città solo un canone fisso di 30 mila euro l’anno, che ha veramente il senso del concedere una mancia. Non contenti, dall’altra parte, si prevede paradossalmente un aumento immediato dei costi di ingresso. Praticamente due schiaffi alla Città e ai visitatori, residenti o turisti che siano, uno dopo l’altro.

La Campo chiede all’Amministrazione di rendere pubblico l’importo esatto dei guadagni del Castello. Si faccia il conto reale, trasparente e verificabile da chiunque, aggiungendo ai 620mila euro, che corrispondono alle entrate lorde dello scorso anno, anche le entrate derivanti dalla realizzazione di matrimoni ad oggi non contemplati, eventi privati, riprese video, cinematografiche e servizi fotografici. Può essere che facendo il conto fra entrate e uscite, attualmente al Comune resti meno di 30 mila euro?

Altro aspetto è quello dell’incorporare nell’operazione “Castello” anche il futuro gestionale di Palazzo Zacco, come a dire: “Chi si prende l’onore di gestire il Castello ci deve fare la cortesia di accollarsi l’onere di Palazzo Zacco”. Una sorta di scaricabarile del Comune nei confronti di privati – chiamiamoli – “eccessivamente volenterosi”.

Fra l’altro, nella proposta non viene chiarito se all’Amministrazione comunale vengano riservate giornate per poter svolgere autonomamente eventi e attività all’interno del complesso di Donnafugata. Gli operatori culturali che oggi sono attivi all’interno del Castello, realizzando festival ed eventi, dovranno relazionarsi esclusivamente con il gestore privato? E con quali tariffe?

Per Fratelli d’Italia Ragusa il bando sul partenariato speciale pubblico privato, è da revocare. “Giorno 1 agosto, mentre tutti noi programmavamo le nostre imminenti e meritate ferie – sottolineano dal coordinamento cittadino di FdI – il nostro instancabile sindaco e la sua Giunta presentavano una delibera ed un bando. Ma un dubbio ci assale: come mai presentare una delibera, ad agosto, con uffici dimezzati e tempistiche così ridotte? Come fa una società interessata ad un progetto così ambizioso e impegnativo, a reperire ed elaborare le necessarie informazioni per sviluppare e produrre quanto richiesto?

La proposta di 122 pagine avanzata dal privato prevede un canone fisso (pare) di circa 30mila euro l’anno più una percentuale variabile non specificata sugli introiti, a fronte degli attuali 600mila euro annui incamerati attualmente dal sito. Ecco perché diciamo a gran voce: caro sindaco, giù le mani dal castello. E’ indispensabile ritirare la delibera o prorogare – dimostrando alla città che non c’è nulla di anomalo – la scadenza ad almeno 6 mesi”.

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