Il Comune di Pozzallo avvia il dissesto finanziario: “Tutta colpa della mancata riscossione della Tari”

La giunta municipale di Pozzallo ha approvato ieri all’unanimità la deliberazione di avvio della procedura di dichiarazione dello stato di dissesto finanziario a seguito del disavanzo risultante dal rendiconto di gestione esercizio 2022.

Si tratta di un disavanzo pari a 40 milioni 731 mila euro. La giunta ha preso atto che ricorrono i presupposti per la dichiarazione dello stato di dissesto come si evince già dalla relazione del responsabile dei servizi finanziari dell’ente. La proposta di deliberazione  viene adesso trasmessa al consiglio comunale. 

La situazione finanziaria è precipitata negli ultimi anni e se nel 2018 ammontava a  23 milioni 588 mila euro, nel 2022 come detto sfiora i 41 milioni a causa della scarsa capacità di riscuotere i residui, gli accantonamenti (FCDE, fondo contenzioso e spese legali), debiti fuori bilancio e contenziosi. 

E’ un atto amministrativo di disperazione, un segnale forte che è necessario dare, dichiara il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna che evidenzia come Pozzallo sia forse l’unico caso in Italia di Comune sano che da 7 anni non ha attinto ad un solo euro di prestiti bancari, a differenza di altri Comuni vicini, che ha pagato tutti i fornitori con puntualità fino al mese di giugno, ma che è costretto a dichiarare il dissesto per l’incapacità di riscuotere la Tari.

L’ente, continua Ammatuna, deve riscuotere Tari per 15 milioni di euro, ma non riesce a farlo per mancanza di personale negli uffici preposti. A Palazzo di città manca l’apparato apicale dell’ente e tutti i concorsi vengono bloccati. Sarebbe ora che la magistratura intervenisse per risolvere questo enorme problema che paralizza l’ente. Basterebbe anche l’affidamento ad una società esterna in grado di avviare la riscossione delle tasse dovute dai cittadini.

Ammatuna confida nell’incontro chiesto al presidente della sezione di controllo della corte dei conti, per cercare di risolvere questo problema, per il quale al momento non ci sono spiragli di soluzione.

I debiti accumulati dai miei predecessori in tema di Enel e Ato, potrebbero essere riequilibrati in un paio d’anni e visto che non abbiamo debiti con lavoratori e fornitori e che non abbiamo attinto ad un euro di prestito, basterebbero un paio di esperti in materia finanziaria per risanare le casse. Ma nella situazione attuale la dichiarazione di dissesto è un segnale necessario”.

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