Il racconto del calcio dalla carta stampa al web. Come il giornalismo che muta pelle, Maurizio Crosetti narra la storia
Scicli – Come è cambiato il racconto del calcio da Gutenberg (leggasi carta stampata) a tik – tok.
Maurizio Crosetti, firma storica de “La Repubblica”, per “Cogitare”, evento che si è concluso ieri sera, ha spiegato non poco.
Non perché siano cambiate le regole dello sport più affascinante del mondo ma in quanto sono cambiati gli strumenti della comunicazione e con essi il modo di informare.
La sua “lectio magistralis” davanti ad un numeroso pubblico e molto attento al tema, conferma l’antico motto di Marshall McLuhan, il sociologo della comunicazione, quando sostenne che “il mezzo è il messaggio” e che la scoperta di Gutenberg della stampa a carattere mobili (1455) compie definitivamente il passaggio dalla cultura orale alla cultura alfabetica.
Il racconto è analitico, preciso, verificato dalla visione e dalla diretta partecipazione del giornalista ai fatti che accadono. Nelle tipografie si stampa con linotype, fusione a caldo delle lettere e del loro corpo (dimensione della lettera) e quindi l’off set, stampa a freddo, sino all’avvento del WWW (1999) quando anche in Italia si sviluppa l’uso massivo di Internet e la nascita dei blog e dei giornali on line.
E da lì che il modo di comunicare cambia volto e significato: velocità della comunicazione con testi ridotti, approssimazione sull’uso delle notizie con immancabili smentite successive. Il traguardo di sempre maggiori accessi fa scadere la qualità dell’informazione il cui canone assoluto della verifica della notizia fa a pugni con i tempi solleciti della pubblicazione.
Il giornalista oggi non è più il possessore esclusivo della notizia. I fenomeni del city journalism la dicono lunga sul fatto che ognuno può pubblicare qualsiasi cosa con qualunque foto o filmato. Le regole del buon giornalismo sono saltate con l’avvento massiccio dei comunicati stampa che sostituiscono l’indagine sui luoghi e sulle persone e il deprimente fenomeno del copia incolla.
La serata ha avuto un prologo con un’intervista in video conferenza da Cesenatico con la campionessa e olimpionica di Judo, Savita Russo e successivamente premiata con una targa ritirata da papà Salvatore e mamma e un’altra al suo maestro Maurizio Pelligra vero patron del Judo Club Koizumi di Scicli dove Savita e altri campioni si sono formati.
A consegnare le targhe Giorgio Vindigni, proprietario e gestore del Pata Pata.