Modica, gli 80 ASU “costretti”a rimanere precari. E’ il male minore, ma è davvero giusto così?
Torniamo a parlare della situazione dei lavoratori ASU al Comune di Modica. Una situazione che interessa circa 80 persone che da quasi 30 anni svolgono lavori di pubblica utilità in maniera precaria.
Questo vuol dire che pur percependo uno stipendio non hanno però alcun tipo di contributo versato. Per questo pensavamo che per loro la stabilizzazione fosse l’obiettivo agognato per poter sperare un giorno di avere la pensione. Ma le cose non stanno esattamente così e vi spieghiamo anche perchè.
Parlando con qualcuno di loro è emersa una realtà davvero difficile da accettare: molti, soprattutto quelli che sono già avanti con l’età, anche se venissero stabilizzati non riuscirebbero a maturare i 20 anni minimi per il diritto alla pensione. Non solo, ad oggi da precari svolgono 36 ore lavorative percependo una retribuzione di circa 1300 euro al mese cosa che cambierebbe nel momento in cui venissero stabilizzati, in quel caso infatti il contratto prevede dalle 20 alle 24 ore in base al titolo di studio e ciò significherebbe percepire circa 850€.
Non solo il Comune avrebbe anche una difficoltà oggettiva nel dover coprire le ore mancanti circa 12 ore a settimana per ciascun lavoratore.
Insomma, a questo punto appare evidente che la situazione di precarietà conviene a tutti, ai lavoratori che preferiscono non prendere nessuna pensione piuttosto che dover accettare adesso una retribuzione più bassa e al Comune perché in questo modo la Regione continua a pagare i lavoratori e loro a godere del servizio di queste 80 persone a tempo pieno.
Fra l’altro il Comune di Modica sappiamo bene che nelle condizioni finanziarie in cui si trova non potrebbe assumere nessuno e quindi in un certo senso fa leva sui lavoratori facendo credere loro che alla fine meglio restare precari a vita.
Lo stesso assessore al personale Saro Viola conferma questa situazione e aggiunge che comunque il 4 settembre è stato “costretto” a comunicare alla Regione l’elenco degli 80 ASU presenti al Comune perché questa preme avendo i finanziamenti necessari a coprire le somme da versare ai lavoratori che vengono stabilizzati.
Una situazione che entro il 2026 il Comune di Modica dovrà comunque sistemare perché quello sarà il termine ultimo per sapere cosa ne sarà di questi lavoratori.
Saranno loro a dover accettare o meno di essere stabilizzati anche se a noi questa situazione sa tanto di ricatto morale, di guerra fra i poveri. Non è possibile che si possa far passare per buona una situazione di precariato e se fosse davvero così la Regione dovrebbe garantire a questi lavoratori la possibilità di riscattare gli anni passati e godere di una pensione che sia degna di questo nome.
La soluzione non può essere quella di dover scegliere fra il male minore, uno Stato, una Regione e infine un Comune che permette questo ai propri cittadini ha fallito in pieno la propria missione.
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