Da Gerusalemme a Noto: conclusa l’assemblea diocesana, le indicazioni del Vescovo Rumeo
Dopo due giorni a Ispica, dedicati alla memoria storica della Diocesi di Noto, ieri il convegno si è spostato in cattedrale per discutere le prospettive future e ascoltare la relazione conclusiva del Vescovo.
L’incontro, molto partecipato e intenso, ha visto numerosi operatori pastorali riunirsi attorno al Vescovo di Noto, che ha tracciato le linee guida per il futuro e condiviso le attese di un progetto comune.
Il tema centrale è stato il cammino “da Gerusalemme a Noto”, con l’obiettivo di mettere il Vangelo al centro della vita della Chiesa locale, per costruire insieme comunità di “pietre vive”.
“Ho voluto fortemente che il terzo giorno del Convegno di inizio anno pastorale si celebrasse qui in Cattedrale, non solo per commemorare i 180 anni della nostra amata Chiesa, ma per il significato teologico che questo luogo sacro, cattedra e sede del Vescovo, Successore degli Apostoli, riveste” ha dichiarato Mons. Salvatore Rumeo in apertura.
La Cattedrale rappresenta l’espressione della maternità della Chiesa che accoglie e ama tutti, simbolo del magistero e della scuola di vita del Vescovo.
“«Da Gerusalemme a Noto: la centralità del Vangelo nella vita della Chiesa locale e le attese di un progetto condiviso». Con queste parole concludiamo il nostro Convegno annuale e apriamo nuovi cammini comuni per vivere la nostra fede in Cristo, nella comunione e nella speranza” ha ribadito Mons. Rumeo durante la sua relazione.
Ritornare a Gerusalemme riscoprendo gli Atti degli Apostoli
La Chiesa di Noto è chiamata a ritornare a Gerusalemme per riscoprire la bellezza e la freschezza delle origini, ispirandosi alla prima comunità cristiana. Durante la relazione finale, il Vescovo ha annunciato la prossima consegna della Lettera Pastorale “Genesì d’Amore. Ritorniamo al Vangelo di Gerusalemme”, un invito a riscoprire e meditare il libro degli Atti degli Apostoli nelle comunità parrocchiali.
“Il libro degli Atti degli Apostoli descrive la vita quotidiana della Chiesa primitiva, i primi passi della comunità cristiana nei suoi decenni iniziali, una primavera di vita evangelica vissuta dai discepoli del Signore e dai primi martiri della fede” ha aggiunto Mons. Rumeo.
La Chiesa, secondo il Vescovo, rischia di trasformarsi in una “ONG di lusso” che, pur compiendo meritoria azione sociale sul territorio, deve tornare alle sue radici per testimoniare e condividere la bellezza dell’incontro con Cristo.
“Torniamo a una Chiesa che sappia leggere i segni dei tempi e non abbia paura di andare controcorrente, senza tradire la croce o cercare compromessi di comodo. Questa fede incrollabile è la forza che fonda la verità della Chiesa” ha sottolineato Mons. Rumeo.
La terza fase del Sinodo e le priorità pastorali
L’inizio del nuovo anno pastorale segna anche l’avvio della terza fase del Sinodo, chiamata “profetica”. Mons. Rumeo ha esortato la Chiesa a porsi ai margini e nei crocevia della vita, testimoniando la fede e coltivando relazioni fraterne, con un’attenzione particolare ai poveri e alle giovani generazioni.
Dal giorno della sua presa di possesso, il 18 marzo 2023, il Vescovo ha rilanciato cinque verbi fondamentali per la Diocesi: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare, azioni che invitano a rinnovare l’operato pastorale, puntando sulle relazioni.
Infatti “questi verbi in movimento rispondono ai bisogni materiali e spirituali dell’uomo, riaffermando la dignità di ogni persona e promuovendo una società più giusta e solidale” ha specificato il Vescovo.
Il nuovo anno pastorale pone l’accento su quattro urgenze: la condivisione della fede, l’accoglienza ospitale, la missione e una pastorale popolare.
La figura dell’operatore pastorale
Mons. Rumeo ha anche posto l’attenzione sulla figura dell’operatore pastorale, che, attraverso la propria testimonianza, è chiamato a favorire relazioni umane autentiche all’interno della comunità.
“Lo stile di comunione vissuto all’interno della comunità diventa un tirocinio affinché lo spirito di unità animi i contesti della vita quotidiana, rigenerando il tessuto umano” ha concluso Mons. Rumeo.
La Chiesa di Noto, grazie alla premura pastorale del Vescovo, ha già avviato un percorso di rinnovamento, inaugurando il tempo della “conversione pastorale”, un cammino di sinodalità per promuovere nuovi stili di incontro e di comunicazione.
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