Palazzo dell’Aquila a Ragusa: si guarda dal buco della serratura per eliminare gli avversari?
A Palazzo dell’Aquila, sede del Comune di Ragusa, da qualche giorno stiamo assistendo ad un botta e risposta tra maggioranza ed opposizione, o meglio tra consiglieri di opposizione e sindaco e giunta, con i primi che dichiarano solidarietà ai colleghi di maggioranza secondo loro costretti a ritirare un ordine del giorno.
I consiglieri comunale del Partito Democratico, Peppe Calabrese, Mario Chiavola e Giuseppe Podimani, intervengono commentando le dichiarazioni rilasciate dal sindaco in aula consiliare in merito all’episodio che avrebbe visto quattro consiglieri comunali di maggioranza essere oggetto di offese da parte di un assessore perché colpevoli di aver presentato un ordine del giorno non gradito.
“Da quanto affermato ai microfoni in aula da uno dei consiglieri oggetto delle offese – spiegano – siamo ormai certi che l’episodio si è effettivamente verificato, ma per il primo cittadino non è “politicamente rilevante”, è “guardare dal buco della serratura” perché, parafrasando quanto detto Cassì, insomma, succede anche nelle migliori famiglie di farsi scappare qualche intemperanza nel corso di riunioni di partito.
Secondo il PD, invece, quanto accaduto è politicamente gravissimo perché l’atteggiamento dell’assessore in questione (rimasto anonimo) si è tradotto in un comportamento minaccioso che ha costretto dei consiglieri comunali a ritirare un proprio atto; poi proprio perché è impensabile che un assessore, con la propria arroganza, possa pretendere qualcosa da parte di consiglieri eletti direttamente dai cittadini.
Quanto accaduto è grave, inoltre, perché è evidente il tentativo di nascondere sotto il tappeto quanto successo, ma i cittadini hanno il diritto di sapere cosa accade nel palazzo comunale e perché, hanno il diritto di sapere che se qualcuno sbaglia, allora c’è anche chi chiede scusa”.
“Questo atteggiamento è intollerabile – concludono dal gruppo consiliare democratico – e ci auguriamo davvero che i consiglieri vittime di questo episodio, possano prendere coscenza dell’accaduto e prendere le distanze da chi non merita di ricoprire ruoli istituzionali così delicati”.
E invece dalla Giunta comunale e da tutti i consiglieri comunali di maggioranza è arrivata una nota che avrebbe come obiettivo quello di mettere a sopire ogni insinuazione, nella quale dichiarano:
“La dialettica politica non usa le menzogne per tentare di eliminare gli avversari. A Ragusa, da mesi, assistiamo ad un disegno preciso, capillare, meticoloso che usa la menzogna come mezzo per tentare di delegittimare il Sindaco, l’Amministrazione, la maggioranza e tentare di ostacolare il governo della Città.
L’ultima falsità, in ordine di tempo, è relativa alla assurda ricostruzione “per sentito dire” secondo cui il ritiro o rinvio di un atto di indirizzo per il Consiglio Comunale sarebbe avvenuto dietro obbligo, coercizione, aggressione violenta. Rigettiamo in maniera ferma e determinata tali infamie, nessuno di noi ha mai ‘obbligato’ e minacciato nessun altro a compiere atti contro la sua volontà”.
Questione chiarita e chiusa? Staremo a vedere…
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