Koala Maxi di Playa Grande, il mito della discoteca “sociale” sotto le stelle

Sul podio Ray Charles, Barry White, Mannoia, Zucchero, Vanoni, Paoli, Bertoli

di Giuseppe Calabrese – Il fenomeno degli imprenditori per caso, ma anche per volontà, forte spinta a mettersi in gioco, aprire nuove strade all’”industria del divertimento” non fu circoscritto all’imprese iblee degli anni ’60-’70, tanto che si ripropose negli anni ’80.

Proprio per quella voglia di “risiko”, a ridosso del sonnolento villaggio di Playa Grande, prerogativa di una fascia sociale medio-alta, per la verità un pò “noblesse oblige”, fu realizzata a metà degli anni ’80 quella che all’epoca era ritenuta la più grande discoteca del Mezzogiorno, al punto da sconvolgere abitudini consolidate e differenze di ceto e diventare punto di riferimento importante non solo sul terreno dello spettacolo, ma anche per iniziative sociali e ricreative di ogni genere.

Il proprietario del Koala Maxi Puccio Conti nel suo ufficio al Koala Maxi

Un’iniziativa economica intrapresa da un funzionario dell’Ast (Azienda siciliana trasporti), Bartolomeo Conti, per tutti Puccio, che fino a quel momento si era limitato a fare l’impresario di concerti di musica leggera nello stadio “Ciccio Scapellato” di Scicli, che comportavano però costi di gestione non indifferenti per i costanti adeguamenti prescritti dalla Commissione pubblici spettacoli.

Fino al giorno in cui il figlio giovanissimo di Conti, Peppe, non ancora maggiorenne, suggerì al padre, di fare il “grande salto” e di mettersi in proprio realizzando una discoteca nella masseria di famiglia di Playa Grande su un’area di 20.000 metri quadri. Si stava per scrivere una pagina storica della movida in provincia di Ragusa.

Peppe Conti con la fidanzata e futura moglie Samanta Carnino

Un mega investimento di tre miliardi di lire, corrispondenti oggi ad oltre un milione e mezzo di  euro, tra fondi propri e mutuo. Un doppio salto mortale senza rete, diremmo in gergo circense. I lavori iniziarono nell’84 e durarono un anno.

La mega discoteca fu inaugurata intorno al 20 luglio del 1985, conquistando da subito consensi sia tra i giovanissimi che tra i meno giovani. Fu escogitata, sempre ad opera di Peppe Conti, un’efficace strategia di marketing per conquistare spazi in tutta la Sicilia. In base al numero di abitanti, furono individuati in tutti i comuni dell’Isola dei pr (public relation, n.d.a.), in modo da creare gruppi di “aficionados” ed assicurare un certo numero di presenze. A seguire uno spezzone tratto da “Come eravamo” di Telenova (ringraziamo Roberto Voi per la fattiva e “paziente” collaborazione offerta pure in questa occasione)

Anche se nelle fasi di esordio della discoteca non mancarono i problemi con i villeggianti di Playa Grande. La musica diffusa dalle casse acustiche del Koala Maxi si riverberava sul mare antistante, che restituiva i suoni ancora più amplificati sul villaggio.

Scattarono subito le proteste, ma il proprietario Puccio Conti non si tirò indietro, si fece carico del disagio e si rivolse ad un docente di Acustica dell’Università di Torino, che propose una soluzione tecnica per risolvere l’inconveniente. <Nel 1987 fu realizzato – ricorda Peppe Conti – uno dei primi “impianti sonori a pioggia”, dotando la discoteca di un tetto sonoro. In sostanza furono montate  centinaia di casse orientate verso il basso ed immerse in lana di roccia, materiale fonoassorbente>.

Una panoramica della discoteca coperta piena all’inverosimile operativa tutto l’anno

Le strategie di lancio del Koala seguirono tuttavia binari diversi, rivolti a conquistare ulteriori fette di pubblico. Per incontrare i gusti di tutte le età si diede vita alla programmazione settimanale, con serate dedicate ai diversi generi ed ai vari tipi di spettacolo, con lo slogan “sette piste, sette tipi di musica”. Il martedì veniva proposto il teatro ed il mercoledì il cinema. Mentre il giovedì era la volta di “Tutti i frutti”, una sorta di rock leggero; il venerdì invece si poteva ballare il liscio e la musica degli anni ’60; il sabato era prevista la “disco music 7 piste” e per finire la domenica con “Notte italiana”, nata da un’intuizione di Peppe Conti e dei dj Gianni Cabibbo, Saro Tumino e Antonio Frasca. A seguire Brian MacGee batterista dei Simple Minds (da “Come eravamo” di Telenova)

Il vero “colpo grosso” arrivò però alla fine degli anni ’80 dall’accordo raggiunto tra l’emittente privata di respiro nazionale Radio Dj, che trasmetteva in diretta contemporaneamente dal Koala Maxi e dall’Acquafan di Riccione con l’alternanza settimanale, tra l’altro, di intrattenitori di Rosario Fiorello, ancora agli inizi, e Anna Pettinelli, famosa conduttrice della trasmissione Rai “Disco ring”, oltre a dj come Linus, Albertino, Fargetta, Molella, Prezioso.

Un’esperienza che fece sicuramente la differenza con le altre discoteche e consentì al Koala Maxi di acquisire punti nel panorama musicale italiano, come confermato dagli innumerevoli concerti di artisti del nostro Paese e stranieri che si alternarono nello stesso periodo sul podio della discoteca di Playa Grande.

Le locandine per i concerti di Barry White e Ray Charles

Al Koala Maxi si esibirono circa 25 tra cantanti e gruppi italiani e stranieri, cabarettisti ed intrattenitori in genere. La prima in assoluto fu Fiorella Mannoia, seguita a ruota da Zucchero Fornaciari. Mentre tra gli stranieri spiccavano star internazionali del calibro di Ray Charles, Barry White.

Ma il boom di presenze si ebbe con il concerto di Salvatore Adamo, originario di Comiso, che fece registrare il pienone grazie anche alle migliaia di comisani venuti ad ascoltarlo. Quella sera le auto furono talmente numerose che il parcheggio annesso alla discoteca non riuscì più a contenerle e furono posteggiate anche lungo il ciglio della strada provinciale che costeggiava il Koala, segno evidente della capacità di abbracciare un pubblico sempre più variegato e vasto.

Il cantante Salvatore Adamo con Giuseppina Conti moglie del proprietario del Koala e Puccio Conti

Il lungo e qualificato elenco dei big che vi si esibirono si commentava da solo ed inseriva la discoteca di Playa Grande a pieno titolo tra i locali di intrattenimento di respiro nazionale.

A salire sul podio del Koala Maxi tra gli stranieri furono inoltre Mike Francis, Tony Hadley dei Spandau Ballet e gruppi come “I Manhattan Transfer”, “Kool & the Gang” e gli Imagination. Mentre il parterre della musica italiana era nei fatti al completo con Ornella Vanoni, Gino Paoli, Anna Oxa, Fred Bongusto, Patty Pravo, Toto Cotugno, Tullio de Piscopo, Fabio Concato, Gianluca Grignani, ed i gruppi quali i Pooh, gli Stadio, Ladri di Biciclette, senza contare la soprano Katia Ricciarelli ed il noto presentatore Pippo Baudo.

Le locandine dei concerti di Ornella Vanoni e Gino Paoli

Ma il Koala Maxi non si limitò ad essere solo una discoteca. Divenne anche un luogo di svago, aggregazione e di iniziative di valenza sociale. Riscosse un buon successo “Giokoaland”, una sorta di “Giochi senza frontiere” in salsa iblea, con il coinvolgimento delle varie categorie di professionisti, quali avvocati, medici, bancari, consulenti ed altri ancora.

Nella discoteca di Playa Grande si svolsero anche i Grest (Gruppi estivo, n,d.a.) organizzati dai Salesiani alla presenza del vescovo di Ragusa con la partecipazione di migliaia di ragazzi. Si celebrò perfino l’8 marzo, “Giornata della donna”, su iniziativa dello Spi-Cgil, come si può vedere nel filmato seguente tratto dalla rubrica di Telenova “Come eravamo”.

Non mancarono le serate dedicate al varietà con Sabrina Salerno, le ragazze di “Non è la Rai”, con Teo Mammuccari, Antonio e Marcello ed altri ancora, con l’obiettivo di offrire al pubblico un prodotto multiforme in grado di attrarre e di coinvolgere persone di tutte le età. Una “politica” perseguita fin dall’inizio dalla proprietà del Koala Maxi e che si rivelò una carta vincente per la discoteca di Playa Grande, che fu in grado nel lungo tempo di mantenere i grandi numeri e di restare un punto di riferimento ben saldo nel panorama nazionale dei locali di intrattenimento. Tra le presenze di rilievo anche l’attore e comico Stefano Musciarelli che vi proponiamo nel filmato a seguire tratto sempre da “Come eravamo” di Telenova.

Il 31 dicembre del 2003 il “Koala Maxi” di Playa Grande concluse ufficialmente la sua prima fase, ma il mito non cessò di esistere, anzi restò immutato. La discoteca “traslocò” infatti sulla strada provinciale Marina di Ragusa-Santa Croce Camerina nell’ex discoteca Arcadia, acquistata negli anni precedenti dalla famiglia Conti, prima di accogliere il Koala Maxi, e tuttora operativa. Un  successo confermato dal gran numero di persone, delle quali molte con qualche anno sulle spalle, accorse il 20 agosto scorso per festeggiare il traguardo dei 40 anni della struttura con una serata dal titolo “Koala Maxi story”, rimasta nel cuore di tanti giovani e meno giovani, segno evidente che è riuscita ad accompagnare i sogni e le emozioni di più generazioni.

Giuseppe Calabrese

In copertina due immagini spettacolari dall’alto di un’affollata serata al Koala Maxi

Albertino, Anna Oxa, Anna Pettinelli, Antonio Frasca, Barry White, Brian MacGee, Come eravamo, Disco ring, dj Gianni Cabibbo, Fargetta, Fiorella Mannoia, Fred Bongusto, Gianluca Grignani, Gino Paoli, Katia Ricciarelli, Linus, Mike Francis, Molella, Ornella Vanoni, Patty Pravo, Pippo Baudo, Pooh, Prezioso, Puccio Conti, Ray Charles, Roberto Voi, Rosario Fiorello, Salvatore Adamo, Saro Tumino, Simple Minds, stadio, Telenova, Toto Cutugno, Tullio de Piscopo, Zucchero

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