Modica accoglie la Madonna della Scala: la peregrinazione proseguirà fino al 30 ottobre
Nonostante il pomeriggio incerto, la città di Modica ha accolto con gioia il simulacro della Madonna della Scala, patrona della Diocesi di Noto.
La peregrinatio mariae, voluta da mons. Salvatore Rumeo in occasione dei festeggiamenti per il 180° anniversario della fondazione della Diocesi Netina, sta facendo tappa a Modica, dopo aver già visitato Noto, Scicli e Pachino.
A Modica, il vicariato più grande della Diocesi di Noto, il simulacro resterà qualche giorno in più rispetto agli altri vicariati. Fino al 30 ottobre, infatti, il simulacro farà il giro di ogni parrocchia della città. Per l’occasione, Modica è stata suddivisa in quattro grandi zone per permettere a tutti di poter sostare in preghiera dinanzi al simulacro.
Ieri sera, nella splendida cornice della Parrocchia Santa Maria di Betlem, con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Salvatore Rumeo, ha avuto inizio questo intenso momento di spiritualità. Sono previsti numerosi appuntamenti per i ragazzi della catechesi, i gruppi parrocchiali, le famiglie, i giovani e gli anziani. Tutti avranno modo di poter pregare dinanzi al simulacro.
Una città che ha bisogno di supporto, sempre più complessa
All’inizio della celebrazione, frate Antonello Abbate, vicario foraneo della città, ha rivolto un pensiero di saluto e di ringraziamento al Vescovo per questa splendida iniziativa, sottolineando la straordinarietà dell’evento: “La Madonna ci viene a visitare, lei, Scala del Paradiso. Un grazie al nostro Vescovo perché ha voluto fortemente questo momento, in un tempo in cui sentiamo il bisogno che una madre ci stia vicino. Innanzitutto, grazie, Eccellenza, per questa scelta, per la visita a Modica, una città sempre più complessa”.
Inoltre, frate Antonello ha voluto sottolineare come la suddivisione in quattro zone non sia un segno di divisione, ma un modo per vivere al meglio la peregrinatio. Ha aggiunto: “Viviamo in una città sempre più liquida che ci spinge a prenderci cura dei giovani. Tra tante forme di malessere e nuove povertà, il titolo di Madonna Scala del Paradiso ci invita ad ascendere verso il cielo: nonostante le difficoltà, dobbiamo guardare al cielo per una nuova spiritualità”.
Il Vescovo, nel corso della sua omelia, ha fatto riferimento anche al contesto in cui ha avuto inizio la peregrinatio. “Ci ritroviamo in questa meravigliosa chiesa dedicata a Santa Maria di Betlem, ai piedi del simulacro di Maria SS.ma Scala al Paradiso, e a Lei chiediamo umilmente, immersi nelle tenebre, il dono della «luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). Vogliamo fare ritorno a Betlemme, spiritualmente, perché impediti fisicamente e, con Lei, chiedere al Signore misericordioso il dono della pace: per noi, le nostre famiglie, le nostre città e il mondo intero” ha affermato mons. Rumeo.
L’importanza della pace e della misericordia
Il presule netino ha insistito molto sul tema della pace e della misericordia, argomenti sempre più rilevanti. In particolare, ha sottolineato come alla Vergine Maria vada chiesto il dono della pace per le famiglie, le città e il mondo intero. Così, la peregrinatio diventa un invito a percorrere un cammino spirituale con Maria per andare incontro a Dio.
Il Vescovo Rumeo, nella sua omelia, ha richiamato il tema del Natale: “C’è da mettersi in cammino senza timore perché la luce di Dio, in quel primo Natale della storia, ha squarciato le tenebre del mondo. Il primo vangelo, la prima buona notizia, venne seminata nel cuore dei semplici e degli ultimi della storia, i pastori di quel tempo”.
Il riferimento al Natale: per ritornare a Betlemme
Riflettendo sul Natale, il pastore della Chiesa di Noto ha voluto sottolineare l’importanza del ritorno a Betlemme, oggi terra martoriata, perché Dio ha scelto la nostra vita per condividere le gioie e le speranze degli uomini.
“Il Natale ci invita a guardare dentro noi stessi, attorno a noi, a volgere lo sguardo ai vicini e ai lontani. La debole, dura, difficile, dolorosa e complessa storia umana si è trasformata nella storia di Dio. E Dio è qui, è venuto a vivere tra di noi. Ha preso la vita di ogni uomo e l’ha fatta sua con la tenerezza che soltanto Lui è capace di avere” ha aggiunto il Vescovo Salvatore.
Aprire il cuore alla povertà di spirito
Durante l’omelia, il Vescovo ha anche affrontato il tema della povertà e della semplicità. Ha evidenziato come la povertà sia una via privilegiata da Dio per manifestare la sua salvezza, indicando che “Dio si è fatto povero” per avvicinarsi all’umanità. Questo aspetto è legato all’esempio di Maria e Giuseppe e alla nascita di Gesù in una grotta, che rappresenta la semplicità e l’umiltà della fede.
Infine, ha concluso facendo un appello alla comunità affinché si apra alla comunione e all’unità, sottolineando l’importanza di vivere il Vangelo delle Beatitudini e di abbracciare la povertà di spirito come forma di grandezza. Il Vescovo ha esortato i fedeli a vedere il Natale come una festa di gioia e di comunione, non di gesti ipocriti, ma di vera apertura verso gli altri.
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