Eni chiude l’impianto di polietilene a Ragusa: e adesso cosa succedera?
ENI ha anticipato ieri con un comunicato stampa il piano di trasformazione, decarbonizzazione e rilancio di Versalis, la società chimica del gruppo. Il piano di trasformazione, che si concluderà nel 2029, prevede investimenti per 2 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, ma anche la chiusura degli impianti di cracking a Brindisi e a Priolo e del polietilene a Ragusa.
Al loro posto saranno realizzati – spiega l’azienda del gruppo ENI – “impianti industriali coerenti con la transizione energetica e la decarbonizzazione dei vari siti industriali, nell’ambito della chimica sostenibile, ma anche della bioraffinazione e dell’accumulo di energia”. L’obiettivo è di tagliare le emissioni per circa 1 milione di tonnellate di CO2e, il 40% di quelle relative agli impianti italiani.
“Al termine del processo di trasformazione – si legge in un comunicato – vi sarà un impatto positivo dal punto di vista occupazionale, contrastando le inevitabili conseguenze negative che la crisi strutturale e consolidata del settore a livello europeo avrebbe in questo ambito”.
Sotto il profilo finanziario, ENI punta a ridurre drasticamente l’esposizione di Versalis alla chimica di base, “settore che versa in una crisi strutturale e ormai irreversibile a livello europeo”, e che ha comportato perdite economiche intorno ai 7 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, di cui 3 miliardi solo nell’ultimo quinquennio. Basti ricordare che solo nei primi sei mesi di quest’anno, la perdita di Versalis ha raggiunto 390 milioni di euro, quasi raddoppiata rispetto ai 179 milioni della prima parte del 2023.
Ma a Ragusa cosa succederà? Che fine faranno tutti i lavoratori? Dall’incontro di oggi si proverà a capirne di più.