Vicenda ENI Versalis, forti preoccupazioni di politici e sindacati: le reazioni alla chiusura

Questa mattina sulle colonne del nostro giornale abbiamo annunciato la chiusura dell’impianto di polietilene di Eni a Ragusa.

Nell’articolo (che puoi leggere qui) si faceva riferimento alla comunicazione di ENI che attraverso una nota stampa annunciava il piano di trasformazione, decarbonizzazione e rilancio di Versalis, la società chimica del gruppo. Il piano di trasformazione, che si concluderà nel 2029, prevede investimenti per 2 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, ma anche la chiusura degli impianti di cracking a Brindisi e a Priolo e del polietilene a Ragusa.

In mattinata non sono tardate ad arrivare le reazioni del mondo politico e sindacale, dato che sono a rischio numerosi lavoratori e famiglie ragusane.

La strategia di ENI: investire per il futuro

Il piano di ENI mira a trasformare radicalmente il ruolo di Versalis, focalizzandosi su iniziative di sostenibilità e decarbonizzazione. I nuovi investimenti puntano a ridurre le emissioni di circa 1 milione di tonnellate di CO2e, ovvero il 40% delle emissioni totali degli impianti Versalis in Italia. Questa svolta si concretizzerà attraverso la creazione di impianti per la bioraffinazione e l’accumulo di energia, così come attraverso la produzione di bioplastiche e prodotti chimici da fonti rinnovabili. La strategia di ENI risponde a una necessità di adeguamento alle nuove direttive ambientali e alla sempre più urgente transizione energetica, proponendosi di ridurre l’impatto ambientale delle sue attività.

Sotto il profilo economico-finanziario, ENI ha evidenziato la necessità di ridurre la dipendenza di Versalis dalla chimica di base, un settore che ha accumulato perdite significative negli ultimi 15 anni.

La chiusura degli impianti in Sicilia: numerose critiche e preoccupazioni

La decisione di chiudere gli impianti di polietilene a Ragusa ha suscitato preoccupazione e critiche da parte delle istituzioni locali e dei sindacati. La chiusura di Versalis a Ragusa rappresenta un duro colpo per l’economia del territorio, che vede minacciati non solo i posti di lavoro diretti, ma anche quelli dell’indotto industriale.

In particolare, Peppe Scifo, segretario generale di CGIL Ragusa, ha espresso la necessità di una mobilitazione contro quello che non è un piano industriale, ma “è un piano di dismissione e disimpegno dove è apparso in maniera purtroppo chiara l’inesistenza di un progetto di trasformazione”. Già ieri a Roma è stato proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dei siti Eni interessati. Scifo ha assicurato che anche a Ragusa si avvierà la mobilitazione per dire no a questa dismissione e chiedere un vero piano di riconversione.

“La chiusura di Versalis significa per Ragusa una drastica riduzione del perimetro industriale con gravi ricadute occupazionali ed economiche. A rischio tutti  i posti di lavoro del sito , soprattutto quelli dell’indotto che perderanno immediatamente il lavoro nel momento in cui sarà fermato l’impianto come annunciato da Eni. Questa dell’Eni è una tappa drammatica dentro il percorso di deindustrializzazione che sta attraversando l’Italia” ha ribadito Peppe Scifo in una nota invita alla stampa.

L’appello al dialogo dell’amministrazione comunale

L’Amministrazione Comunale di Ragusa, con in testa il sindaco Peppe Cassì, seguito dalla Giunta e dai consiglieri di maggioranza, ha manifestato preoccupazione per le possibili ripercussioni occupazionali derivanti dal piano di ENI.

Nella nota l’amministrazione apprezza l’investimento di 2 miliardi di euro e l’impegno per la decarbonizzazione, ma preoccupa il rischio di un calo dell’occupazione e del tessuto economico locale. A tal proposito, i consiglieri di maggioranza hanno presentato un atto di indirizzo che sarà discusso in Consiglio comunale, al fine di valutare azioni concrete per proteggere i lavoratori e incentivare la riconversione industriale.

I consiglieri “esprimono tuttavia grande preoccupazione – si legge nella nota – per il rischio che il ridimensionamento della produzione nei siti coinvolti comporti un conseguente ridimensionamento dei livelli occupazionali, sia diretti che derivanti dall’indotto, e un declino rilevante del tessuto economico dell’area ragusana”.

L’Amministrazione ritiene fondamentale mantenere aperto un tavolo di confronto con ENI, affinché la trasformazione industriale non si traduca in una perdita netta per il territorio ragusano.

“Il mantenimento degli attuali livelli occupazionali non deve essere un obiettivo da raggiungere, ma un punto di partenza per creare nuove opportunità di lavoro”, ha dichiarato il sindaco, richiamando alla memoria il progetto di sviluppo del Sud voluto da Enrico Mattei. In questo contesto, la produzione di bioplastiche potrebbe rappresentare un’opportunità per integrare la filiera agroalimentare della Sicilia sud-orientale e rafforzare la sinergia tra industria e sostenibilità.

In questo contesto di forte preoccupazione l’amministrazione ha assicurato il suo impegno per un monitoraggio della situazione e soprattuto per scongiurare la perdita di posti di lavoro, sottolineando come Eni, per aver sfruttato il sottosuolo ragusano, è a credito con l’itera comunità cittadina.

Appelli al dialogo e alla garanzia dei livelli occupazionali anche dalla minoranza consiliare

La situazione Eni che si va prospettando in queste ore è allarmante per l’intera comunità ragusana. Il piano industriale di Eni per Versalis non è un buon segnale.

“La questione è già alla nostra attenzione da qualche settimana e attendevamo solo il piano industriale per capire quali avrebbero dovuto essere le sorti per l’impianto di Ragusa. Naturalmente c’è preoccupazione per i dipendenti diretti, circa centoventi, quelli delle ditte e per le imprese dell’indotto” ha ribadito Sergio Firrincile del M5S.

Sono tutti concordi nel condividere il processo di decarbonizzazione e di transizione energetica, un processo che non può andare a disabito delle persone e dei posti di lavoro. Preoccupano le promesse di Eni, come ribadisce lo stesso Firrincieli.

“Già nel 2015 – continua Firrincieli – a Priolo, avevano chiuso l’impianto del polietilene con la promessa di realizzare cinque impianti nuovi, cosa che non è mai accaduta. Si pensa, dunque, che qui possa verificarsi lo stesso schema. Anche perché, se chiude il prossimo anno il cracking di Priolo, i dipendenti di Versalis a Ragusa fino al 2029 che cosa faranno? La situazione è molto delicata e impone di essere posta subito al centro dell’attenzione. Perdere altro tempo, potrebbe essere deleterio”.

In campo su quanto annunciato da Eni anche Fratelli D’Italia

La notizia del piano di riconversione di Eni non è passato inosservato. Anche i rappresentanti di Fratelli D’Italia iblei e aretusei, Assenza e Autori, si sono espressi in merito, sottolineando la necessità di mantenere gli attuali livelli occupazionali in Sicilia.

Infatti “Tra Ragusa e Priolo Eni Versalis dà lavoro e sicurezza economica a 550 famiglie compreso l’indotto, costituendo una realtà con oltre cento anni di storia che merita la massima tutela. Siamo certi che il governo regionale e quello nazionale- ciascuno per la parte di propria competenza- interverranno per tutelare e salvaguardare con tutte le forze gli stabilimenti e i livelli occupazionali di Eni in Sicilia, scongiurando sul nascere il pericolo di ogni altra ipotesi. Noi saremo parte attiva nel mantenere alta l’attenzione su un tema così vitale per il tessuto produttivo della nostra Regione” commentano Giorgio Assenza e Carlo Auteri, deputati regionali.

Anche il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia di Ragusa manifesta le proprie preoccupazioni sulla tenuta dei livelli occupazionali a proposito del piano industriale reso noto dall’Eni e che, a fronte della definizione di un piano di trasformazione, decarbonizzazione e rilancio di Versalis, contempla la cessazione dell’impianto del polietilene a Ragusa.

“Il grido d’allarme che raccogliamo dai 120 dipendenti del diretto, per non parlare del numero imprecisato di operatori interessati nell’indotto, ma che si aggirano di certo a oltre un migliaio di unità se pensiamo a tutta la filiera interessata – afferma il coordinatore cittadino di FdI, Luca Poidomani – ci spinge a invocare una forte presa di posizione da parte del territorio affinché tutti assieme, rappresentanti delle istituzioni, della politica e della società civile, si riesca ad avviare un percorso di confronto con i vertici dell’Eni per capire quale sarà il destino riservato all’area iblea e, in particolare, alla nostra città”.

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