La comunità di Giarratana ha perso un pastore, lettera di un parrocchiano
Domenica scorsa è stata una giornata da dimenticare per la Comunità di Giarratana. Una pagina triste che ha lasciato diversi cittadini e sopratutto fedeli amareggiati.
Infatti dopo la messa del mattino don Francesco Mallemi ha comunicato, con una lunga lettera, le sue dimissione dal ruolo di parroco. Diversi i motivi che lo hanno condotto a questa scelta sofferta, non di certo per quello che è stato montato ora sul caso frutto di pettegolezzi e vanità.
Questa mattina è giunta una redazione una lettera da parte di un parrocchiano di Giarratana, il quale ci ha chiesto di pubblicare questo messaggio. Obiettivo? Far riflettere su quanto accaduto e spingere la comunità a cambiare atteggiamento.
Ecco qui la lettera
“Egregio Giornale, è con un profondo senso di tristezza e avvilimento che scrivo queste righe, a nome di tutti coloro che, ancora una volta, si trovano a piangere una guida, un pastore, un fratello. Sì, perché Padre Francesco ci lascia. Se ne va per una scelta dolorosa ma forse inevitabile, che lo porta lontano dalla nostra comunità, da questo luogo che aveva scelto di servire con dedizione e amore, giorno dopo giorno e che oggi, perdendo lui, perde il valore inestimabile di un Sacerdote che era diventato il punto di riferimento di tutti noi fedeli, instancabile, sempre presente, sempre attento e disponibile, sempre sorridente, sempre pronto ad amare tutti in ogni momento”
Una comunità smarrita e ferita
“Non so come spiegare lo smarrimento che ha invaso i nostri cuori. Ogni fedele di Giarratana sente questa partenza come una ferita, una lacerazione. Per l’ennesima volta, ci troviamo privati della possibilità di avere una guida spirituale, di vivere appieno la nostra fede, di trovarci insieme a un Sacerdote che possa accompagnarci, consolarci, celebrando con noi i momenti belli e quelli difficili che scandiscono le nostre vite. Sapere poi che i nostri figli, i nostri bambini, sono i più colpiti da questa mancanza, rende questa separazione ancora più amara. Li vediamo piangere, sentiamo le loro domande, il loro disorientamento. Ogni volta diventa più difficile trovare le parole per rispondere ai loro sguardi delusi”
Il momento di riflettere seriamente
“E allora ci domandiamo: perché? Perché, a ogni Festa, la stessa storia si ripete? Perché il diritto alla nostra spiritualità deve sempre scontrarsi con priorità che, ammettiamolo, nulla hanno a che vedere con la fede e il raccoglimento? Ogni anno ci ritroviamo in una situazione che ci costringe a scegliere tra l’intensità di una festa religiosa e l’eccesso di un evento che si trasforma in qualcosa di lontano dal vero significato di ciò che vogliamo celebrare. Forse è arrivato il momento di riflettere seriamente. Forse è il momento di trovare un equilibrio, di mettere al centro ciò che conta davvero: la Fede e la possibilità di viverla appieno, ogni giorno dell’anno, senza interruzioni, senza essere costretti a vedere, per l’ennesima volta, un Sacerdote andare via. Chiediamoci se non sia giusto, finalmente, tornare a una celebrazione più autentica e intima, fatta di preghiere, canti e comunione spirituale. Lasciamo le feste, quelle rumorose, fatte solo di luci e spettacoli, a spazi più adatti, ai teatri, agli stadi e smettiamo di sacrificare così tanto in nome di presunte tradizioni che, in realtà, non sono mai state queste”.
L’appello finale
“Questo non è solo un appello: è una supplica. Non lasciamo che la nostra comunità si impoverisca ancora, che i nostri bambini crescano senza una guida stabile, che le famiglie di Giarratana continuino a cercare disperatamente una continuità spirituale che, di questo passo, rischiamo di non trovare mai.
Padre Francesco se ne va e la Comunità Giarratanese perde tanto, troppo. Ma che almeno il suo sacrificio non sia vano. Che ci sia concessa, una volta per tutte, la possibilità di credere, di sperare e di ritrovarci come comunità vera, forte e unita”