Violenza sulle donne, tante iniziative in provincia, ma ancora troppi femminicidi
Oggi, 25 Novembre, com’è ben noto a tutti, ricorre la venticinquesima Giornata internazionale Contro la violenza sulle Donne, istituita dall’ONU nel 1999.
Sono numerose le manifestazioni che si sono tenute nei giorni precedenti e che sono state organizzate in provincia di Ragusa dedicate a questo evento anche se la cronaca racconta ancora di troppe vittime e allora forse è necessario non abbassare la guardia e far si che ogni giorno sia il 25 Novembre.
Gli appuntamenti in provincia di Ragusa
Questa mattina a Modica, ad esempio, è stata inaugurata una panchina arancione, simbolo della parità di genere, realizzata dall’Inner Wheel Club di Ragusa Contea di Modica in Piazzale Baden Powell davanti all’Istituto Verga
Istituto che proprio in questi giorni ha visto le 4’ classi impegnate e coinvolte, per un paio d’ore, dalle Volontarie dell’Associazione Ipso Facto, Sportello Antiviolenza Fuori dall’Ombra.
“È stata una giornata all’insegna delle emozioni che siamo riuscite a far venire fuori dai ragazzi grazie ad un escamotage: non si è chiesto loro di commentare i contenuti del nostro intervento ma, si è chiesto, di esprimere la loro opinione e scriverlo su un post it, rispondendo al quesito impresso su un grande cartoncino che dice: “Che frase è stata detta e vorresti non fosse mai ripetuta ad una donna?” Vedere il formarsi di una fila per venire ad attaccarlo meritava di essere filmato.” Ha raccontato Enrichetta Guerrieri, una delle operatrici dello Sportello.
Ma non solo questo ci sono stati momenti di riflessioni sui vari tipi di violenza: domestica, psicologica, fisica, sessuale, economica e assistita rispetto alle quali le operatrici hanno raccontando loro le esperienze di ascolto durante questi dieci anni di lavoro “Ogni anno accettiamo la sfida– ribadisce la Guerrieri- e quest’anno abbiamo osservato un coinvolgimento emotivo molto forte da parte di questi diciassettenni. Il silenzio imperava e il vederli impegnati in una partecipazione attiva per costruire il Violenzimetro ci dà speranza, e soprattutto chi descrive queste generazioni come indifferenti a quanto accade vicino a loro, viene smentito! I ragazzi sono vogliosi di conoscere e sapere. Le parole riportate sui post it indicano che in tante se le sono sentite dire e in tanti le hanno dette: “Sei inutile”, “Sei brava a fare solo una cosa”, “Io Ti basto”, “Se mi lasci, Ti rovino” Ma anche il pensiero di una ragazza che racconta, in un piccolo foglio, della mamma buttata fuori di casa con una bimba di pochi anni, e di come si augura che la Sua storia non si ripeta”.
Un lavoro importante quello delle Operatrici dello Sportello Antiviolenza “Fuori dall’Ombra” che sono state impegnate già dal 21 Novembre in questa attività di sensibilizzazione negli Istituti scolastici di secondo grado della Provincia. E questo impegno dovrebbe essere riconosciuto a nostro dire dal Ministero dell’istruzione alla stessa stregua dell’insegnamento di una qualsiasi disciplina perché è fondamentale oggi più che mai prima di formare dei futuri professionisti che ci si impegni a formare delle donne e degli uomini.
Sempre nella giornata di oggi lo Sportello Antiviolenza di Modica propone lo spettacolo teatrale “Una luce nel buio” dal testo di Daniela Fava con la regia di Fiorenza Cirmi che si terrà alle ore 19:00 alla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Modica Bassa.
E a proposito di Società Operaia anche la Società Carlo Papa di Modica Alta che da qualche anno gode della presenza di un Gruppo Donne ha organizzato questo pomeriggio alle 16:30 in Piazza Santa Teresa un momento di riflessione su questo argomento accompagnato dalla scopertura di una panchina simbolicamente pitturata di rosso.
Anche a Donnalucata questo pomeriggio alle 16:00 verrà collocata una panchina rossa nei giardini della sede della delegazione comunale. L’iniziativa è a cura dell’Inner Wheel Scicli. Restando nel territorio di Scicli questa sera alle 18:00 la Casa delle Donne organizza un corteo che vuole essere un momento di testimonianza e impegno collettivo.
Acate ospiterà questo pomeriggio alle 16:00 la prima edizione di “Libere di esistere: uniti contro la violenza” al Castello dei Principi Biscari nell’aula consiliare. Interessante il monologo finale “I fimmini cosi inutili” del Dott. Giuseppe Raffa, pedagogista e formatore dell’Asp di Ragusa che rifletterà sulla condizione femminile e sulle dinamiche culturali che perpetuano la discriminazione.
Anche oggi e domani a Ragusa ci saranno due importanti appuntamenti: fiaccolata delle due Consulte comunali Femminile e Giovanile di Ragusa. Inoltre domani nella libreria Flaccavento sarà presentato il progetto “I Rifugi”. Sono Solo tre le librerie, in Sicilia, che hanno aderito a questa Rete nazionale che conta già 146 adesioni.
Infine sempre su iniziativa della Consulta femminile che aderisce alla rete regionale delle Consulte della Sicilia, oggi il Comune di Ragusa sarà illuminato di rosso.
Le iniziative tenutesi nel fine settimana
Intanto già nel fine settimana sono state organizzate alcune significative iniziative molto partecipare come il corteo organizzato a Ragusa dalla Rete 25 Novembre. Per il secondo anno le strade della città sono state attraversate da striscioni e bandiere, cartelloni e slogan. “Abbiamo fatto rumore. Abbiamo gridato NO alla violenza contro le donne e di genere di matrice patriarcale e ribadito il diritto di tutte, persone e popoli, all’autodeterminazione” scrivono le organizzatrici.
Anche Pozzallo ieri ha voluto organizzare un momento particolare urlando il proprio no alla violenza per scuotere le coscienze attraverso un flash mob. Inoltre, a conclusione dell’evento sono state depositate tre rose rosse sulla pietra d’inciampo in memoria della concittadina Giovanna Tasca vittima di femminicidio.
LA RIFLESSIONE
Insomma davvero tante le iniziative, tutte apprezzabili e tutte importanti, ma resta un ma soprattutto ascoltando ieri sera in una trasmissione proprio loro le vittime, quelle che fortunatamente, si fa per dire, possono ancora raccontare l’inferno che hanno subito e che davanti a tutte queste manifestazioni sorridono, di un sorriso amaro perché consapevoli che purtroppo tutto questo ancora oggi non basta, non basta a proteggerle, non basta a cambiare le cose. Dal primo gennaio al 18 novembre di quest’anno sono già 106 le donne uccise in Italia dalla mano di un uomo, che è quasi sempre un ex compagno, marito, fidanzato.
E se del numero delle donne che sono morte abbiamo contezza, di quello delle vittime che ancora subiscono, che ancora resistono, che ogni giorno vengono massacrate, umiliate, di quello purtroppo non abbiamo contezza, perché è numero troppo elevato ma soprattutto perché non è solo un numero è il risultato di una società che si sforza di cambiare ma che non riesce a farlo, nonostante i tentativi lodevoli delle associazioni, degli sportelli antiviolenza, delle scuole, delle parrocchie ma ciò che non cambia è l’unica cosa che dovrebbe cambiare ovvero l’atteggiamento della giustizia nei confronti di questi uomini. Quanti sono davvero puniti per quello fanno?
Quanti sono ancora liberi di fare del male a queste donne che hanno avuto la forza di denunciare per poi rendersi conto che non è servito a niente?
È triste dirlo, bisognerebbe invogliare le donne a denunciare certo, non saremo noi a dire il contrario ma non possiamo nemmeno non dire come stanno davvero le cose: ovvero che c’è ancora tanta strada da fare ma che non possiamo permetterci di perdere tempo perché ogni ora, ogni giorno, ogni mese che passa muore una donna e quella donna può essere una nostra amica, una nostra parente, nostra figlia, può essere una di noi, nessuno è escluso. Anche le nostre parole possono essere retoriche ma noi raccontiamo i fatti e i fatti dicono questo, dicono che nel mondo all’incirca vengono uccise 5 donne ogni ora e restringendo il campo all’Italia circa 1 ogni 3 giorni.
Ma ci sono anche altri numeri importanti da citare come quello che riguarda quasi 7 milioni di donne in Italia tra i 16 e i 70 anni che hanno subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale e allora se i numeri non mentono anche se c’è chi sostiene che sono sottostimati, capiamo che è necessario tenere alta l’attenzione su questo dramma sociale, ogni singolo giorno della nostra vita, imparando a comprendere quei segnali che possono permetterci di aiutare chi non riesce a denunciare da sola, perché spesso non fare niente, girare la testa dall’altra parte è come essere complici di chi compie nei fatti la violenza.
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