Scicli: l’Istituto Vittorini e la nuova didattica Dada

I docenti dell’Ic “Vittorini” di Scicli scrivono alla redazione per far conoscere il nuovo tipo di didattica introdotta nella loro scuola.

Con i fondi messi a disposizione dal Pnrr l’anno scorso l’istituto comprensivo “Elio Vittorini” ha cercato di rinnovare il proprio modo di fare scuola senza per questo dimenticare il rigore dello studio.u

Il primo passo è stato quello di abbandonare lo schema tradizionale e di creare un’aula per ogni disciplina per cui non sono i professori a spostarsi ma i ragazzi. 

L’istituto si è avvicinato al modello Dada – Didattica per ambienti di apprendimento, così ogni disciplina è praticata da tutti gli alunni sempre nello stesso ambiente, pensato in funzione delle specifiche esigenze didattiche. 

A differenza di ciò che può sembrare, infatti, non si tratta solo di allestire nuove “stanze con banchi” ma veri e propri laboratori, spazi tecnologicamente avanzati che permettono agli alunni di apprendere in modo dinamico e coinvolgente.

Una giornata tipo degli studenti

Appena entrati a scuola, gli alunni si recano al proprio armadietto, dove lasciano lo zaino e prendono con loro solo il materiale che useranno durante le prime due ore nel primo laboratorio. Successivamente, ogni due ore circa, gli alunni cambiano ambiente di studio, accompagnati dall’occhio vigile di docenti e collaboratori. Ad accoglierli trovano una nuova disposizione degli spazi, spesso con la luce naturale proveniente da una direzione diversa dalla precedente e con una energia rinnovata sono pronti ad affrontare nuovi stimoli. Ad attenderli i docenti della materia, che nel frattempo avranno predisposto quanto occorre per nuove e stimolanti lezioni. I ragazzi non hanno più uno spazio tutto loro ma sono chiamati a condividerlo con i compagni delle altre classi e perciò a lasciarlo il più possibile pulito e ordinato prima di lasciare il laboratorio.

Tutto è cambiato, persino i nomi: non ci sono più le aule della 1ªA o della 3ªC; ovviamente numeri e lettere non vanno più bene, così i docenti si sono ispirati alle loro discipline per distinguere le aule.

Il laboratorio di Scienze, dedicato a Galilei, è ora dotato di uno Science-Bus, un laboratorio mobile di scienze con tutto ciò che può servire per gli esperimenti di chimica, fisica e biologia. Gli ambienti dedicati alle Lettere, tre per ogni plesso, sono dotati di una postazione specifica per il podcasting, software e mappe di grammatica, letteratura, strategie di scrittura e analisi delle tipologie letterarie, carte storiche e geografiche, una biblioteca di classe, spazi per la lettura e leggii per declamare testi.

Per intitolare le aule di Arte e immagine la scelta dell’artista è stata davvero difficile. Si entrerà in veri e propri atelier, completi di cavalletti per la pittura, attrezzi per la ceramica e la scultura, e una vasta gamma di software per la realtà aumentata, la grafica, la fotografia e il video. Quest’aula permette agli studenti di esplorare i linguaggi visivi contemporanei, avvalendosi di strumenti all’avanguardia come uno scanner laser 3D e una stampante 3D. 

L’aula di tecnologia si è arricchita di plotter da taglio e carrelli mobili per pc portatili e tablet, equipaggiati con programmi di progettazione, con cui è possibile stabilire connessioni con tutte le altre discipline Steam. I carrelli con pc portatili possono essere facilmente trasportati in qualsiasi altro laboratorio ve ne sia bisogno. Per esempio, in uno di quelli dedicati alle Lingue straniere, dove, grazie a cuffie wireless e software avanzati, gli alunni potranno ascoltare testi e filmati in lingua originale.

La sala dedicata alla musica ospita tastiere, pianoforti, leggii e uno studio di registrazione cosicché non di rado chi passa dal corridoio sente uno dei docenti suonare il piano mentre gli alunni ascoltano o cantano con lui. Non si tratta solo di strumenti e attrezzature: la scuola ha previsto anche spazi dedicati alla lettura e al dialogo interculturale, promuovendo la conoscenza delle culture e delle religioni straniere. 

Anche gli spazi esterni sono stati ripensati con tavoli e panche per studiare all’aperto, serre, compostiere per l’educazione ambientale, cortili e spazi chiusi per gli allenamenti sportivi.

Non è stata una decisione semplice da prendere e tanto meno un piano facile da realizzare. Tutti i docenti si stanno formando per usare al meglio le attrezzature a loro disposizione. Dopo un anno, il bilancio è senz’altro positivo.

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