No alla svendita di Poste Italiane: la CGIL di Ragusa si rivolge ai sindaci

“Le poste, presenti capillarmente in ogni zona del Paese, con 130 mila dipendenti, svolgono una funzione di servizi e coesione sociale insostituibile, ma il governo sta andando sempre più verso la privatizzazione con gravi ripercussioni su lavoratori e servizi”.

Interviene la CGIL di Ragusa preoccupata dal fatto che in particolare in provincia di Ragusa sarebbero a rischio servizi e presidi importanti e utili alle popolazioni dei piccoli Comuni e delle frazioni.

In particolare verrebbero maggiormente penalizzate alcune fasce di popolazioni, come gli anziani, per i quali gli uffici postali rappresentano fondamentali punti di riferimento per la conduzione di molte attività come la gestione dei conti correnti e il pagamento delle utenze.

In alcune frazioni vivono in modo stabile famiglie di lavoratori stranieri impiegati in agricoltura che usufruiscono dei servizi di Poste Italiane compresi quelli specifici affidate dallo Stato in materia di soggiorno per quali la chiusura degli sportelli sarebbe un disagio ma anche il rischio di perdita di utenza per Poste Italiane.

Per questo motivo la CGIL di Ragusa ha deciso di coinvolgere anche le Istituzioni a partire dai Sindaci per chiedere loro di unirsi in questa battaglia per evitare ulteriore riduzione di servizi. Per difendere il ruolo pubblico di Poste Italiane che con i suoi i 12.755 uffici postali, distribuiti su tutti i 7.896 Comuni italiani, assicura la presenza dello Stato in ogni angolo della penisola.

Per evitare che il risparmio dei cittadini gestito in modo ‘sicuro’ da Poste, garantendo buoni rendimenti senza mettere a repentaglio i risparmi di milioni di famiglie, finisca nelle mani della speculazione privata.

Il piano di privatizzazioni del governo di fatto si traduce in una vera e propria “svendita di Poste” anche con la forte preoccupazione per la tenuta occupazionale degli addetti. “Un’azienda in salute come Poste Italiane assicura attività utili e floride che danno occupazione certa a lavoratrici e lavoratori che ora, senza alcun motivo, vedrebbero vacillare le loro certezze e la sicurezza del proprio futuro.

Secondo la CGIL rimangono oscuri troppi aspetti del provvedimento a partire dalle modalità di sottoscrizione azionaria con cui si vorrebbero coinvolgere i lavoratori.

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