Modica, il mondo incantato dei consiglieri comunali, aspettano ancora la convocazione
Volevano discutere e vedere le carte prima della risposta che il Comune deve dare alla Corte dei Conti il 10 giugno.
Quello in cui si muovono i consiglieri comunali a Modica è un mondo bellissimo.
Bellissimo per i consiglieri di maggioranza che possono continuare nel loro beato silenzio; bellissimo per la Presidente del Consiglio, la quale continua ad infischiarsene beatamente delle richieste dell’opposizione e della tempistica opportuna per affrontare problemi di enorme rilevanza per la città, obbedendo in maniera pedissequa ai desiderata del sindaco
Ma bellissimo, soprattutto, per i consiglieri d’opposizione che sentono addirittura il bisogno di comunicare alla stampa di aver richiesto un consiglio comunale all’uopo, per discutere della durissima nota inviata al comune modicano dalla Corte dei Conti.
Bellissimo perché la risposta del Comune dovrà essere inviata alla Corte entro il 10 di Giugno, e della convocazione del Consiglio, che in una città normale, con un presidente normale e con la consapevolezza della gravità della situazione, si sarebbe dovuto fare l’indomani del ricevimento della nota, non c’è nemmeno l’ombra.
Ammesso che la richiesta venga accolta, poiché formulata da meno di 1\3 dei consiglieri comunali, e dunque non vincolante, il Consiglio si riunirà dopo che il Comune avrà risposto, e dunque dopo che il passaggio determinante si sarà consumato.
Il tutto in puro stile carbonaro: senza che i consiglieri abbiano potuto confrontarsi con il sindaco, con l’assessore al bilancio, con il segretario generale, con il responsabile della ragioneria comunale e neppure con i revisori dei conti, che continuano a fare le belle addormentate nel bosco, magari nella speranza, come accaduto per la Aiello di assopirsi revisori e svegliarsi super assessori; per non parlare della città che di questi eventi dovrebbe essere protagonista e che, invece, non appena tenta di svegliarsi, alla stregua di una prigioniera, viene immediatamente narcotizzata dalla sapiente opera incrociata del sindaco e del sistema di comunicazione, largamente praticato dai media locali, che gli gira intorno.
E pensare che proprio il bilancio sarebbe l’atto tipico, e più importante, di competenza del consiglio comunale che, al contrario, viene trattato da ospite in casa propria.
Nulla di nuovo. E soprattutto nulla di diverso da quanto accaduto in una legislatura che verrà ricordata tra le più grigie della storia democratica di Modica. E, si badi bene, non certo per colpa solo del sindaco e della sua amministrazione, ma con l’attiva partecipazione del consiglio comunale e dei partiti tutti; ivi compresi quelli i cui leader modicani si dedicano allo scouting nel resto della Sicilia, ma fingono di non accorgersi di cosa accade nella propria città.