Ragusa-Catania, dopo 30 anni di attesa, consumato il delitto perfetto. Le vittime? I cittadini ragusani
Grazie ad una norma, la Sarc srl, titolare del progetto ha incassato 36 milioni dall’Anas per cederle il progetto. Illusa una intera comunità
Non solo l’epoca grillina sarà ricordata per le tante promesse mai mantenute, ma in provincia di Ragusa vestirà anche i panni della presa in giro ai danni dei cittadini iblei.
La vicenda è quella della Ragusa-Catania, la famosa, o meglio famigerata, strada che da anni sembra sul punto di decollare, mediante un costosissimo intervento di sistemazione e raddoppio, mentre nel frattempo si è ritagliata il poco augurante nomignolo di “strada della morte”.
Tutti ricorderanno l’annuncio che unì la politica iblea, con inni di giubilo: “la Ragusa-Catania verrà realizzata e sarà raddoppiata con i fondi dei privati, senza alcuna spesa a carico delle casse pubbliche”.E già allora, se fossimo stati veramente previdenti, dovevamo sospettare la fregatura.
Fregatura che si è appalesata come tale in maniera evidente, dopo oltre 30 anni di tira e molla, laddove la strada non si è mai realizzata, ma dove, grazie all’accoppiata 5 Stelle-Pd, si è consumato un delitto superiore a quello di aver illuso i ragusani per poi abbandonarli al proprio destino.
La Sarc, società fondata da Vito Bonsignore e altri soci nel 2014, titolare del progetto di finanza privata per il raddoppio della Ragusa-Catania, non solo la strada non l’ha mai realizzata ma nell’Agosto 2020, ha incassato 36 milioni dall’Anas per cederle il progetto della “quattro corsie a pedaggi tra Ragusa e Catania”.
La norma, a leggersi date e beneficiari, pare una tipica legge “ad personam”; dà infatti titolo giuridico all’Anas di «acquistare gli eventuali progetti elaborati dal concessionario previo pagamento di un corrispettivo determinato avendo riguardo ai soli costi di progettazione e ai diritti sulle opere dell’ingegno».
Una norma sponsorizzata proprio da ampi settori dei 5 stelle, sostenuta persino dall’ex ministro Toninelli, che ebbe in Cancellieri, allora proprio al MIT, il più accanito sostenitore; ma, nella realtà delle cose, sponsorizzata da Massimo Simonini, il top manager che i grillini vollero alla guida dell’Anas e che oggi Draghi sta per rimuovere.
Uscì in Gazzetta il 29 febbraio 2020, e quattro mesi dopo il Cipe, consentì a Sarc di incassare 36,4 milioni, somma peritata dall’Ordine degli ingegneri, per un progetto che a molti addetti ai lavori era sembrato alquanto teorico, e bislacco.
Sarc avrebbe dovuto trovare 448 milioni di fondi privati per realizzare una strada dai costi circa doppi, pagabili da 35 anni di pedaggi: con salassi da 18 euro ai siciliani per 66 chilometri di viaggio.
Il progetto, stante la scarsa raccolta di fondi da parte di Sarc (sancito dalla Ragioneria generale dello Stato) fu rimodulato, con il subentro di Anas e finanziamenti tutti pubblici: tranne quelli europei, ormai persi. Tuttavia, l’anno scorso Anas dopo la nuova legge ha indennizzato Sarc, per chiudere il contenzioso avviato.
Insomma, il delitto perfetto, i cui protagonisti ed attori sono in molti, tra politici ed imprenditori, con enorme responsabilità della classe dirigente e parlamentare locale, ma dove le vittime sono certe e ben individuate: i cittadini ragusani.
Giovanni
Lo sperpero del denaro pubblico continua sia con la politica di dx che di sx. Ma l’ANAS, carrozzone pubblico, non possiede tecnici validi per la progettazione delle strade cui è deputata.