Modica, entusiasmo dell’Amministrazione per l’apertura del MAM. Peccato che è un doppione!

Il museo delle arti e tradizioni popolari esiste già al Palazzo dei Mercedari ed è diretto dalla professoressa Grazia Dormiente.

Ha riaperto a Modica il MAM il Museo delle arti e dei Mestieri che si trova all’interno dell’ex Convento dei Carmelitani in piazza Matteotti. A renderlo noto l’amministrazione comunale di Palazzo San Domenico ma c’è un particolare che forse sfugge agli amministratori.

 “ Il Museo– dichiara l’assessore al Turismo Tino Antoci- custodisce una collezione di arnesi e testimonianze d’epoca, creata da Carmelo Muriana che ripercorre la storia della nostra Città e della nostra Gente, delle sue origini contadine e non solo ma anche dei mestieri e del vivere quotidiano nel nostro territorio e in Sicilia. L’emozione di rivivere attraverso testimonianze concrete di lavoro, la bellezza e il fascino del passato, un mondo quasi del tutto scomparso ma intriso di passione e dedizione. Un mondo da rivisitare, respirare e anche da tramandare alle nuove generazioni. Oggetti del passato, ricordi arricchiti dalla spiegazione di ogni pezzo per origine ed utilizzo, in ambienti che richiamano il secolo scorso e anche qualche decennio prima. L’incanto del passato che trasuda di storia e di vita

Tutto molto bello peccato che in realtà Modica avesse già un Museo, e che Museo! delle arti e tradizioni popolari realizzato dall’Associazione Culturale “Serafino Amabile Guastella”.

Il museo di via Mercè, ricostruisce l’ambiente artigiano e contadino della Contea di Modica, con attenta cura dei particolari, salvaguardando un prezioso patrimonio di attrezzi originali, arredi e suppellettili che vengono proposti a simbolo stesso della modicanità.

La proprietà dei reperti museografici è giuridicamente dell’Associazione “S. A. Guastella” di cui la dott.ssa Grazia Dormiente è legale responsabile, poiché i reperti museali sono tutelati da un vincolo di interesse etno-antropologico emanato con Decreto dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana n. 7121 del 6 luglio 1996.

E allora ci chiediamo che senso ha avere un doppione?

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