Ragusa è diventata terra di conquista? Il “Caso Castello” solleva un polverone politico

Il porto turistico di Marina di Ragusa è finito in mani maltesi,  la gestione dell’acqua è stata ceduta a un carrozzone inefficiente. Ora, persino un pezzo di storia, il Castello di Donnafugata, è in pericolo, con un bando opaco che affida la sua gestione a privati per soli 80 euro al giorno.

Per Gaetano Mauro, consigliere comunale di Generazione, “Ragusa, un tempo città laboriosa e fiore all’occhiello della Sicilia, è ora vittima di una progressiva colonizzazione in settori nevralgici per il suo sviluppo. 

“Questo bando-prosegue Mauro- rappresenta l’ennesimo atto di abdicazione da parte dell’amministrazione Cassì, che sembra intenzionata a svuotare la centralità di Ragusa, per questo chiede la revoca immediata del bando. Non possiamo accettare che la nostra storia e il nostro futuro vengano messi nelle mani di estranei.

Dello stesso avviso il PD con Peppe Calabrese che scrive: “A seguito dell’incontro in Prefettura e all’annuncio da parte della ex Provincia di Ragusa, di una propria proposta progettuale, ci rendiamo sempre più conto che la gestione del maniero e della rete museale comunale sta generando troppi appetiti. Il sindaco revochi il bando impedendo che i beni del Comune siano gestiti da altri.

In tutto questo dobbiamo rilevare alcune cose: abbiamo appreso da un comunicato stampa del Libero Consorzio di Ragusa che la riunione si è tenuta a seguito di un’esplicita richiesta della Commissaria Valenti e non si è trattata, dunque, di una riunione per chiarire i dubbi sul bando espressi trasversalmente dalle opposizioni.

L’atteggiamento del Libero Consorzio di Ragusa, cioè la ex Provincia commissariata da 13 anni, decidendo di entrare nel dibattito cittadino è del tutto fuori luogo. Da quando in qua il Comune di Ragusa deve rendere conto alla Provincia e agli altri “soci” del Consorzio di cosa intenda fare di un bene caratterizzante l’identità della città? Temiamo che qui si stia perdendo la concezione dei rapporti politici-istituzionali e tutta la faccenda, fin dall’inizio, stia rispondendo ad appetiti provenienti da più parti.

“I beni comunali di Ragusa hanno tutte le carte in regola per essere ben valorizzati anche da una gestione totalmente pubblica, quindi chiediamo con forza che il bando sia ritirato sgomberando il campo da ogni sospetto  – concludono Calabrese e la segreteria cittadina del PD – e se il sindaco pensa che non sia possibile migliorare la gestione del Castello con le sole forze del Comune si chieda, piuttosto, se è ancora il caso di mantenere per sé le deleghe al Turismo, alla Cultura.

E il consigliere Sebastiano Zagami in una lettera chiede al sindaco di Ragusa di chiarire per quale motivo un Comune che ha al proprio servizio circa 500 dipendenti, destina per il Castello solo ed esclusivamente 3 dipendenti e perché l’amministrazione comunale non ha inteso formalizzare fino ad oggi accordi precisi con società cooperative di guide turistiche, che avrebbero potuto dare certamente un servizio adeguato.

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