Abbate, sindaco di Modica, un uomo solo al comando che se la issa e se l’abbassa

C’è molto della storia recente di Modica in questa foto.

C’è l’uomo solo al comando che dimentico di collaboratori, di quanti hanno contribuito al risultato, dell’enorme lavoro che sta alla base per anni di quella bandiera, preferisce la scelta dell’alzabandiera solitario, quasi a confermare che il resto è solo inutile e superfluo contorno.

C’è l’assenza dei veri protagonisti: i cittadini, gli operatori commerciali di Marina di Modica, i titolari degli affollati lidi che hanno contribuito a salvaguardare con la loro silenziosa opera l’integrità della spiaggia.

C’è persino la doppia chiave di lettura: è una bandiera che si sta alzando o si sta ammainando? E’ il simbolo di un’epoca che inizia o di una che si sta concludendo?

Come in ogni foto, l’immagine che viene restituita è quella che più piace, o suggestiona, chi la osserva; resta il dato storico: sarà, con ogni probabilità, l’ultima estate dell’era Abbate. L’ultima estate prima che inizi la sfida elettorale del sindaco Abbate, all’inseguimento di un posto al sole a Palermo sotto le oramai quasi scontate insegne di Fratelli d’Italia. L’ultima estate prima di un lungo autunno che potrebbe portare Modica a nuove elezioni amministrative.

Impossibile oggi fare pronosticio anche solo immaginare possibili candidature; troppe le incognite che peseranno:l’eventuale elezione di Abbate all’Ars, la scelta di Nino Minardo di lasciare Roma per Palermo, la scomposizione annunciata degli schieramenti politici, a livello nazionale.

Ma la grande incertezza resta quella sul nome dei possibili candidati, a partire dall’erede che Abbate stesso tenterà di designare, proseguendo agli sfidanti che si proporranno a rappresentare gli schieramenti, a meno che la partita del centro destra non coincida qualora Abbate, se candidato ed eletto, si occuperà di far passare il proprio candidato come rappresentante dell’intera coalizione.

Anche perché, diciamocelo francamente, nessuna speranza sembra esserci in capo all’attuale opposizione, la quale, al di là di alcuni post sui social, ha preferito assistere passiva alle scelte elettoralistiche del sindaco, non riuscendo mai a dare alla città l’idea di poter rappresentare una vera alternativa. Sono lontani i tempi di un centrosinistra forte e credibile a Modica; lo sono da decenni, anche perché l’esperienza di Buscema nulla ha a che vedere con una proposta progressista, atteso che ebbe bisogno di Riccardo Minardo, e delle sue truppe cammellate per tagliare il traguardo e disegnare una delle amministrazioni più incolori della storia di Modica.

E’ strano che gli eredi di grandi tradizioni popolari abbiano rinunciato a competere; è strano che abbiano rinunciato ad andare per le strade e nelle piazze della città; è soprattutto strano che gli eredi della grande tradizione politica e sindacale della sinistra modicana abbiano deciso di affidarsi a grigie figure anche solo capaci di concorrere seriamente alla vittoria.

In questo clima rarefatto, quasi annoiato, nel quale la città sembra guardare distrattamente ciò che accade, e che purtroppo coinvolge anche tante vecchie e giovani energie che a Modica avrebbero ancora molto da dare, si sta decidendo di consegnare,anche per il futuro, il destino della Contea ad una bandiera, quella della foto.

Una bandiera che magari oggi sta per essere issata, ma che il tempo logorerà fino ad ammainare.

Commenti (1)

  • Ottimo articolo del quale intendo accentuare il fatto che i meriti di Abbate sono nulla rispetto alla sublime mediocrità della opposizione consiliare e culturale presente in città

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